Detraibilità IVA organismi di formazione professionale: risposta negativa dal Governo

10 aprile 2015

Oggi al question time in Commissione Finanze il Governo ha risposto alla interrogazione proposta dall'on. Simonetta Rubinato in tema di regime IVA applicabile agli acquisti di beni e servizi da parte degli organismi di formazione professionale che ricevono finanziamenti pubblici relativi alle politiche attive del lavoro e alla formazione professionale, in particolare per chiarire la detraibilitá o meno in tale fattispecie dell'Iva. La risposta, in perfetto burocratese, è stata negativa, in quanto l'Agenzia delle Entrate ha fatto pervenire, per il tramite del sottosegretario Zanetti, una relazione in cui sostiene che non compete alcuna detrazione d'imposta in questa fattispecie trattandosi di beni e servizi utilizzati esclusivamente per realizzare operazioni fuori campo IVA. Peccato che nella risposta ad un interpello  presentato da Confindustria Veneto Siav l'Agenzia delle Entrate del Veneto (prot. 907-43541/2009) avesse dato parere opposto, così come il Ministero del Lavoro in un precedente Vademecum in materia, oltre che nella propria rivista bimestrale "FOP Formazione Orientamento Professionale" del maggio-giugno 2008. Con il risultato che in buona fede gli organismi di formazione professionale hanno portato in detrazione l'IVA, che ora invece viene richiesta agli stessi a seguito di attività di verifica.

In questo modo, come denunciato da Confindustria Veneto, è mutato in modo radicale lo scenario che fino ad ora si era delineato nell'ambito della gestione dei Fondi destinati a sostenere le attività sul capitale umano. Con un impatto evidente e penalizzante sul sistema della formazione. L'attività di verifica in corso pone, infatti , gli organismi di formazione nella condizione di dover sostenere il costo dell'Iva che, se fosse stata da principio, e con una norma primaria, dichiarata in detraibile, sarebbe stata considerata un costo ammissibile al finanziamento comunitario. Invece tale imposizione di costi per IVA ritenuta indebitamente detratta, ora per allora, in seguito ad un mutamento interpretativo, rischia in molte regioni, come ad es. il Veneto, il Piemonte, la Lombardia, di portare al collasso il sistema della formazione, in quanto operando gli organismi di formazione senza fini di lucro e con un bilancio in pareggio si trovano nell'impossibilità di far fronte a tale imposizione. Insomma, non si riesce ad uscire da quella che è una vera e propria palude normativa. Non resta ora ai soggetti della formazione che il giudice tributario con tutte le incertezze che questo determina, nonostante che questi soggetti abbiano seguito pedissequamente le istruzioni della P.a. (nel caso di specie la Regione Veneto).Per questo motivo mi sono dichiarata insoddisfatta della risposta pervenuta dal Mef, tanto più che in sede di conversione del decreto legge Mille Proroghe era stato accolto un mio ordine del giorno con cui il Governo si impegnava a trovare una soluzione.

Su una questione così rilevante per il sistema della formazione regionale e delle politiche attive del lavoro non si può demordere: il problema esiste e una soluzione va trovata, almeno per il passato, attesa l'evidente buona fede dei soggetti interessati, che ora rischiano di chiudere, cui si aggiungerà da qui in avanti la diminuzione delle risorse investite nell'attività formativa che questa interpretazione comporta in un momento così difficile per la situazione socioeconomica. Lo stesso Governo nella risposta ammette la rilevanza delle ricadute e degli impatti sociali dell'incidenza negativa dell'indetraibilitá dell'Iva, pur ritenendo che questo dipende dalle direttive europee.

 

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pubblicata il 10 aprile 2015

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