Sono passati quindici anni dalla Legge Berlinguer, è ora di riconoscere veramente le scuole paritarie - Tempi

03 marzo 2015

Quarantaquattro deputati hanno firmato una lettera aperta al presidente del Consiglio Matteo Renzi per sostenere la richiesta di detrazioni fiscali per chi iscrive figli alle scuola pubbliche paritarie. Una lettera scritta di getto dai deputati Gianluigi Gigli (Per l’Italia) e da Simonetta Rubinato (Pd), in vista del Consiglio dei ministri di oggi.

Onorevole Rubinato, era necessario un ulteriore appello per le scuole paritarie? Purtroppo sì. Continua a passare l’idea che le paritarie siano scuole per ricchi, e chi dice così evidentemente non è molto informato sui fatti. Ci sono zone d’Italia in cui la scuola paritaria è l’unica offerta disponibile, le famiglie non saprebbero dove mandare i propri ragazzi se non ci fossero questi istituti. Come possiamo permettere che questo accada, che questo tipo di scuole debbano chiudere? Bisogna invece ammettere che in Italia il servizio pubblico viene esercitato anche da soggetti non pubblici.

Leggendo sui giornali le reazioni al vostro appello, si trovano ancora i soliti pregiudizi sulle «private» e i «diplomifici». Bisogna scardinare questo pensiero. Nelle obiezioni che sento più spesso, le paritarie vengono appellate come “diplomifici”, oppure viene detto che prendono i fondi pubblici, ma poi non pagano i propri insegnanti. Non vedo perché per la negligenza di pochi debba andarci di mezzo tutto un intero sistema, amministrato bene. Se il Governo elargisse più fondi, io credo che nessuna scuola paritaria manifesterebbe obiezioni, se fossero esercitati più controlli. E così potremmo mettere fine alle false voci che circolano.

Perché insistete sulla necessità delle detrazioni fiscali?

Ci sono famiglie che non sono in grado di anticipare le rette scolastiche, e pertanto rinunciano alla propria libertà educativa: devono per forza iscrivere i propri figli alla scuola pubblica, contro voglia. L’Unione Europea ha sancito la libertà educativa come un diritto fondamentale dell’individuo, prima nel 1984, poi di nuovo nel 2012. Se non riuscissero a iscrivere i figli alla scuola che vogliono, le famiglie potrebbero addirittura appellarsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Tiriamo in ballo l’Europa molte volte, per molti temi, anche meno importanti dell’educazione di un ragazzo. Facciamolo ancora una volta, di modo che l’Italia si impegni sul serio. Serve uno sforzo in più da parte del Governo, nei prossimi giorni chiederemo l’appoggio di altri colleghi senatori, prima del dibattito in Parlamento. Sono passati quindici anni dall’approvazione della Legge Berlinguer che ha riconosciuto in Italia un unico sistema nazionale dell’istruzione pubblica, composto da scuole statali e paritarie. Penso sia arrivato il momento di chiudere la questione.

SCARICA L'ARTICOLO IN PDF


pubblicata il 03 marzo 2015

ritorna
 
  Invia ad un amico