Molino Bertolo di Pederobba, emblema della malaburocrazia

24 gennaio 2015

Il caso del molino Bertolo di Pederobba, che dal 2013 attende di poter accedere agli incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, approda in Parlamento. L’on. Simonetta Rubinato, deputata del Pd, ha infatti depositato alla Camera un’interrogazione con cui chiede al ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, quali iniziative intenda intraprendere per sbloccare una situazione che rischia di compromettere l’attività della ditta titolare di un mulino che è in attività dalla prima metà del 1700. “Dopo aver atteso sei anni per avere tutte le autorizzazioni necessarie alla realizzazione della centralina per lo sfruttamento energetico del salto d’acqua da Consorzio di bonifica e Regione – spiega la parlamentare trevigiana – i titolari della ditta si sono visti respingere dal GSE, gestore dei servizi energetici, la richiesta di accesso agli incentivi. Con la motivazione che ci sono dei dubbi sulla titolarità della concessione in capo a Bertolo, quando la stessa ditta, tra l’altro, ha ininterrottamente versato e continua a versare regolarmente i canoni demaniali e ha eseguito i lavori dopo che la Regione Veneto ha riconosciuto la regolarità delle procedure ed ha attestato che la modifica ad uso idroelettrico risulta ora regolata da una nuova concessione sottoscritta con Consorzio di bonifica Piave”. 

La ditta Bertolo ha iniziato il 26 ottobre 2007 le pratiche per la realizzazione della centralina contando sugli incentivi statali per compensare almeno in parte i notevoli costi della bolletta elettrica (15 mila euro mensili). Per realizzare la centralina, la ditta ha sborsato alcune decine di migliaia di euro per oneri burocratici su un investimento complessivo di circa 200 mila euro, accendendo per questo un finanziamento bancario che sta pesando gravemente sulla gestione dell’attività. “Vicende come queste – conclude l’on. Rubinato – dimostrano come le lungaggini e i cavilli burocratici finiscono con il disincentivare le imprese all’utilizzo delle energie rinnovabili, finendo per rendere vano l’intento del legislatore”.

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pubblicata il 24 gennaio 2015

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