Voltago, via libera da Roma al distacco - Corriere delle Alpi

03 dicembre 2014

Pagina 15, Cronaca

VOLTAGO AGORDINO Nella seduta di lunedì il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge costituzionale che dispone che il Comune di Voltago Agordino, dove si è votato tre mesi fa, sia distaccato dalla Regione Veneto per essere aggregato alla Regione Trentino-Alto Adige. Un passaggio obbligato, come spiega il parlamentare Gianclaudio Bressa per poter andare alla discussione del Parlamento, ma su cui il governatore Zaia ha qualcosa da ridire. «Questa operazione è l’ennesima scelta raffazzonata di un Governo alla disperazione che pensa più agli annunci di sapore elettorale che a dare risposte ai cittadini», dice il presidente del Veneto. Il governatore Zaia. «Si prendono nuove iniziative ma non si sa che fine abbiano fatto le precedenti, penso a Taibon Agordino e a molte altre realtà, dove si è votato nel 2013, di cui non si sa più nulla, per non parlare del disegno di legge su Lamon, dove si è votato nel lontano 2005, fermo alla Camera dei Deputati e del quale non si hanno più notizie dal rinvio in Commissione del settembre 2012», dice Zaia sottolineando i tempi biblici che questi atti stanno subendo. «Non mi sono mai opposto ai referendum banditi nel Veneto», prosegue Zaia, «sicchè questa iniziativa del Governo mi impone di andare al “vedo”. In considerazione della non complessità del testo del disegno di legge costituzionale, e dei tempi tecnici che possono richiedere i lavori parlamentari per la doppia approvazione, l’iter legislativo può essere immediatamente attivato con la prima approvazione e l’iter complessivo chiuso entro aprile 2015. Sul rispetto di tali termini misurerò se c’è  la reale volontà del Governo o se si tratta dell’ennesimo bluff». Il sindaco di Lamon. La notizia ha scatenato le reazioni del mondo politico bellunese. «Questa è una tappa obbligata dell'iter referendario», precisa Vania Malacarne, sindaco di Lamon, il comune che ha fatto da apripista sul piano referendario, «noi ci siamo già passati, non è un atto politico, ma formale che prelude alla discussione in Parlamento che è la fase dirimente dell’intera procedura. Quello che è certo», sottolinea Malacarne, «è che non è serio che un parlamento lasci trascorrere tanti anni senza pronunciarsi sulla volontà di un'intera comunità. Pur sapendo che il tema è difficile e ha implicazioni più generali, non è da parlamento moderno, serio ed europeo non rispettare le decisioni popolari».

Il senatore Piccoli. «Massimo rispetto per la volontà popolare, peccato che ancora una volta il Governo non guardi alla montagna con politiche organiche e sostenibili ma con interventi estemporanei», dice anche il senatore Giovanni Piccoli. «Se da un lato il Governo dà l'ok al referendum di Voltago, dall'altro la stessa maggioranza non è compatta né sul tema referendario, né su quello ben più pressante dell'autonomia e dell'autogoverno del territorio bellunese. Questo Governo sta attuando politiche centraliste e quindi non si comprende davvero perché con una mano si illuda un comune, mentre con l'altra si impoverisca un intero territorio togliendo risorse».

I consiglieri regionali Toscani e Reolon. «Che il Consiglio dei Ministri si occupi di un comune come quello di Voltago che non avuto parere favorevole dalla Regione Veneto, e tralasci invece gli altri che questo via libera l’hanno invece avuto come Taibon Agordino, mi sembra paradossale. A Roma ci prendono in giro o sono in stato confusionale, e stanno andando a casa», commenta il consigliere regionale della Lega Nord, Matteo Toscani. «Ho il sospetto che anche questa manovra sia solo fumo negli occhi, per nascondere le risorse che toglieranno alle Regioni e alle Province e dopo il pasticcio dei terreni agricoli tassati». «Credo che questa cosa sia una scempiaggine, perché purtroppo non si arriverà mai al distacco di questi territori, anche perché se passerà uno, per effetto domino, dovranno passare anche gli altri», commenta anche il consigliere democratico, Sergio Reolon che si dice scettico sull’intera manovra. «Per passare ad un’altra Regione è necessario avere l’avallo delle amministrazioni interessate che in questo caso non è mai arrivato».

Simonetta Rubinato. «Perché Zaia attacca il Governo per un atto dovuto per legge, invece di affrontare il nodo politico che pongono i comuni che chiedono di passare al Trentino Alto Adige o al Friuli Venezia Giulia? Spieghi ai veneti e in particolare agli abitanti di Voltago Agordino, Lamon, Taibon Agordino e agli altri perché non ha ancora attivato la richiesta di maggiore autonomia e risorse per il Veneto prevista dall'art. 116 terzo comma della Costituzione? Ricordo che su questa richiesta, grazie ad un mio emendamento diventato legge dal primo gennaio scorso, il Governo dovrebbe attivarsi entro sessanta giorni. Ma a quanto pare a questo Zaia non si è mai interessato». (pda)

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pubblicata il 03 dicembre 2014

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