Pd e Lega, subito scontro frontale - Corriere del Veneto

02 dicembre 2014

Pagina 4, Primopiano

venezia Applausi a Roma. Cannonate in Veneto. Il day after di Alessandra Moretti, candidata del centrosinistra alle Regionali della primavera prossima, ha il sapore dolce della vittoria, con i tweet , gli sms e le telefonate dell’universo Pd che l’ha incoronata domenica alle primarie, ma anche quello salato degli attacchi che già pochi minuti dopo la chiusura dei seggi le venivano scagliati addosso dalla Lega Nord. I complimenti del presidente del partito Matteo Orfini e dei vice segretari Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani ma anche le bordate del capogruppo padano in consiglio regionale Federico Caner e le ironie del leader leghista Matteo Salvini. Chissà, forse anche per sottrarsi a questo tourbillon ieri Moretti ha deciso di chiudersi in casa con la famiglia, dedicando la giornata al relax con i suoi due bambini. 
Almeno lei ha dedicato a Luca Zaia un «in bocca al lupo», durante i festeggiamenti a Vicenza. Il governatore, invece, non concede alla sua competitor neppure mezza parola, fedele allo stile ma anche alla precisa strategia di marketing politico che impone al favorito di non lasciare mai a chi rincorre palco e riflettori: «Non commento le primarie - ha detto ieri lapidario -. La mia campagna sarà non fare campagna, non sprecherò neanche un istante in discussioni inutili». Non è andata meglio col leader della Lega Matteo Salvini («Ha vinto la Moretti? Auguri, sono terrorizzato...») mentre Caner imbraccia il calibro pesante: «I 39.600 votanti delle primarie sono un’ecatombe e raccontano l’amara verità su Ladylike Moretti, indiscussa diva dei talk show: per lei hanno votato 25.920 persone, dividendole per i 579 Comuni del Veneto, fa nemmeno 45 voti… una cosa ridicola. Si è visto l’effetto Zaia: dove c’è buona amministrazione, riconosciuta dai dati nazionali, una alternativa (pur esteticamente gradevole) non attrae nessuno». 
Immediata e fumantina la replica del segretario del Pd Roger De Menech: «Lezioni di democrazia dalla Lega non le accetto. Mi chiedo in quanti hanno scelto di candidare Zaia, forse in tre? Quelle di Caner sono dichiarazioni che fanno trasparire una certa paura. Hanno capito che Alessandra è una candidata credibile, che ha feeling con l’elettorato veneto. Poi, se sono così convinti di fare meglio perché non fanno le primarie anche loro? Dopo ci confrontiamo con i risultati». E tra i democrats c’è chi ricorda, malizioso, che alle primarie padane tra Bossi e Salvini, l’anno scorso, votarono «in tutto il Nord» poco più di 10 mila persone. «A differenza dei leghisti non cincischiamo e non ci perdiamo in chiacchiere - rincara la deputata Alessia Rotta - pensiamo a lavorare per il futuro del Veneto. Le primarie hanno raggiunto un ottimo risultato, quello di portare ai seggi il doppio degli iscritti al nostro partito. Un bell’esempio di democrazia e partecipazione». 
Curiosamente, ieri Renzi non ha voluto commentare la vittoria della Moretti e questo nonostante lui stesso abbia indicato in più occasioni nel Veneto una delle battaglie campali della prossima tornata. Ha rimediato in direzione nazionale il presidente del Pd Matteo Orfini, chiedendo un applauso per lei e per Emiliano, ma attestazioni di stima sono arrivate come si diceva un po’ da tutti i vertici democrats , dal portavoce del premier Filippo Sensi al sottosegretario Luca Lotti, da Sergio Cofferati ai vice segretari Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani: «I chiari successi di Moretti e di Emiliano fanno ben sperare per le Regionali - hanno detto i due -. Adesso dobbiamo concentrarci con tutte le nostre forze per continuare senza indugio sulla via del cambiamento». Ancor più curiosamente, Renzi ha mandato di buon mattino un sms alla sfidante di Moretti, Simonetta Rubinato: «Hai fatto un ottimo lavoro, complimenti». E lei: «Ti ringrazio. La nostra avventura democratica credo assomigli un po’ alla tua». Uno scambio che rinnova le energie alla deputata trevigiana: «Gli 11.500 voti che ho raccolto in soli 12 giorni sono straordinari perché senza il nostro progetto non sarebbero mai arrivati. E’ questa la base di partenza per allargare il consenso oltre quanto sono stati in grado di raccogliere tutti insieme i 21 parlamentari, gli 11 consiglieri regionali, i 6 segretari provinciali schierati con Alessandra. Il nostro è un risultato che va capitalizzato se davvero si vuol puntare a vincere in Veneto». 
Marco Bonet

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pubblicata il 02 dicembre 2014

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