Rubinato avvisa: si vince solo con noi - La Tribuna di Treviso

02 dicembre 2014

Pagina 10, Regione

Simonetta Rubinato è stata più forte del patto fra i renziani della prima e della seconda (e forse della terza) ora con gli ex Ds. L’ex sindaco di Roncade, con il successo nella Marca alle primarie da governatore - unica provincia dove non ha trionfato la favorita Alessandra Moretti: 50,2% a 47,6% per l’onorevole roncadese – ha piantato più di una bandierina. E passa all’incasso il giorno dopo. Ricevuti i complimenti di Renzi via tweet ( «hai fatto un ottimo lavoro, complimenti Matteo») gli risponde «Grazie, la nostra avventura democratica credo assomigli un po’alla tua, a presto. Simonetta». Poi l’annuncio: continuerà la sua battaglia sul territorio, con i fedelissimi del BarCamp, il sodalizio di sindaci e amministratori, dalle Dolomiti alla Laguna, fra Piave e Sile, convinti delle istanze dell’autonomia speciale per il Veneto. E avverte subito: «Senza di noi non si vince». Unì’istanza per un posto nelle liste di consigliere, a mo’ di indennizzo? Un posto in giunta, in caso di vittoria alle urne della rivale? Lei fa sapere che resterà a Roma, ma con piedi e occhi nel Veneto. «Ho già rifiutato posti, non era una battaglia personale», precisa, «Credo nei temi, nelle idee e nel Veneto». Ma i sassolini se li toglie, eccome: «Oltre 11.500 voti in 12 giorni, con una mobilitazione che ha evitato ha evitato un clamoroso flop». E uno. «Consenso straordinario, anche nelle altre province del Veneto: molti di questi voti senza il nostro progetto non sarebbero mai arrivati. La base per allargare il consenso, oltre quanto sono stati in grado di fare tutti insieme 21 parlamentari, 11 consiglieri regionali, 6 segretarie provinciali con Moretti». E due. «Moretti valorizzi la società civile per rendere più competitiva la proposta del Pd». Ma il suo successo nella Marca ha un risvolto tutto interno, legato agli assetti della segreteria provinciale, nata dall’asse Rubinato-Puppato che ha battuto al congresso, di un soffio, gli ex Ds al congresso. C’era aria di resa dei conti, dopo il patto fra renziani ed ex Ds sulla Moretti (Manildo & Co. si erano alleati con gli avversari al congresso) ma il risultato non lascia dubbi sul radicamento territoriale di Rubinato. «Dopo questo voto, Andreetta segretaria a vita», commentava un veterano. La diretta interessata, schierata con Rubinato, resta al di sopra delle parti, anche se sprizza soddisfazione: «Oltre 8 mila qui, su 40 mila in tutto il Veneto, si sono espressi», dice, «la Marca è la seconda provincia in Veneto , a un’incollature da Padova, ma questa non è certo terra storica di centrosinistra. Lavoro e impegno pagano». Oddio, il Pd di Marca sperava in 15 mila trevigiani: ma clima, congiuntura e «appeal» hanno ridotto flussi e passione. «Rispetto per i candidati», dice un big, «si pensava di fare il botto con questi nomi? Allora siamo davvero fuori strada...». Laura Puppato fa i conti: «In Puglia sono 4 milioni, e hanno votato in 140 mila, in Veneto siamo 5 milioni, votano in 40 mila. Meno di un quarto dei pugliesi, numero allarmante. MLo dico da mesi e mesi, queste primarie non sono state tali». Leone Cimetta, morettiano, componente della segreteria, parla di «sostanziale pari» nella Marca: «Flop? No, ma il dato è allarmante, il Pd dovrà farsi interprete anche di chi non si riconosce in toto nell'operato del governo. Siamo l'alternativa a Zaia, non una protuberanza della Leopolda», dice, «dobbiamo convincere di essere un’alternativa serie e credibile alla gestione fallimentare di Zaia».

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pubblicata il 02 dicembre 2014

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