Pagina 11, Regione
PADOVA Ultimi giorni di campagna elettorale delle primarie con le sfide a tre in tv. Ieri Alessandra Moretti, Simonetta Rubinato e Antonino Pipitone si sono confrontati negli studi di Antenna Tre senza accendere nuove polemiche roventi: economia e lavoro, sanità, indipendenza (impossibile e sognata) del Veneto, sicurezza e grandi opere sono stati al centro del dibattito per un’ora e mezza. Una maratona oratoria che poi si è ripetuta anche su Rete Veneta, in attesa dell’ultimo confronto di oggi al Crowne Plaza di Limena. Ma nel Pd tiene banco sempre la polemica sul rapporto con il mondo cattolico: la Diocesi di Treviso ha attaccato Alessandra Moretti mentre il sindaco Giovanni Manildo si presenta come il vero interprete del nuovo corso renziano: ha infatti spalancato le porte ad una coppia gay sposata in Brasile che ha chiesto di trascrivere l’unione anche in Italia. E il segretario regionale del Pd De Menech invita il governo a presentare una legge che riconosca le unioni gay e quelle delle coppie di fatto, per sanare il gap che separa l’Italia dall’Europa. Quanto ai cattolici, Alessandra Moretti ribatte: «Io rispetto tutte le persone, con il loro credo religioso, le loro idee politiche, la loro cultura. Il Pd è un partito inclusivo e aperto. Ho intenzione di lavorare per tutti i cittadini veneti e sono per il sostegno alle famiglie attraverso una rete di servizi efficienti da realizzare: asili nido, sanità, strutture di assistenza per anziani, aumento dei fondi per le scuole paritarie, che sono una parte fondamentale dell'educazione in Veneto, ma che oggi ricevono dalla Regione risorse insufficienti e sempre in ritardo. Credo che il nuovo governatore del Veneto dovrà tutelare ed estendere i diritti a tutte le famiglie: da quelle tradizionali, alle coppie di fatto, alle famiglie con un solo genitore. Non mi permetto di creare steccati religiosi, e ci mancherebbe essendo stata cresciuta secondo i principi dell'educazione cattolica nel rispetto di ogni credo, a partire dal mio». E Simonetta Rubinato? Dopo aver criticato il Pd per i tempi troppo stretti con cui le primarie sono state organizzate, diffonde una nota delle Acli in cui si dice che «le famiglie non hanno bisogno di queste polemiche. «E’ miope, nella situazione di grande difficoltà e di povertà crescente in cui si trova il nostro Paese oggi, non riconoscere quanto quotidianamente viene fatto da chi, “preti e suore”, per vocazione sostiene tante famiglie, non solo “cattoliche”, e coltiva la speranza, la prossimità, la solidarietà. A loro si aggiungono le numerose realtà associative che, a vario livello, creano una insostituibile rete di supporto nelle difficoltà evidenti del welfare italiano», afferma Andrea Citron delle Acli. E la polemica? É rientrata.