Pagina 15, Regione
PADOVA «Non possiamo più affidare appalti a mafiosi e collusi e qui in Veneto dobbiamo investire nelle piccole e medie imprese che sono il cuore pulsante della regione». Il segretario nazionale Idv Ignazio Messina chiarisce subito la strategia del partito che sostiene Antonino Pipitone (nella foto) alle primarie del centrosinistra per le regionali. Messina, a Padova per sostenere la candidatura del consigliere regionale in concorrenza con le esponenti democratiche Alessandra Moretti e Simonetta Rubinato, sfoggia ottimismo. «Non sarà affatto facile ma la sfida mi entusiasma», afferma Pipitone «abbiamo già raggiunto quasi 4 mila firme, che sono quelle utili alla candidatura, sperando di poter dire la nostra». Nel suo programma spazio soprattutto alla legalità: «La prima urgenza è garantire un sistema di legalità, di discontinuità con la politica del centrodestra che non ha visto o ha fatto finta di non vedere collusioni, clientele e scandali. La priorità è dare segnali chiari come sottrarre i vitalizi a chi è stato condannato o ha patteggiato, togliere i doppi e tripli vitalizi, applicare la legge Monti anche retroattivamente a chi è stato condannato per reati di Tangentopoli». E a proposito di primarie, Rubinato dice due volte no: alle ventilate proposte di deroga sulle regole già decise dalla direzione regionale del Pd per la raccolta delle firme; e all’alleanza con i vertici regionali di Ncd. «Quando nell'ultima direzione ho chiesto di approvare una deroga sulle firme che consentisse ai candidati di concentrarsi sul confronto programmatico vi è stato un voto contrario pressoché unanime. Inoltre la stessa maggioranza ha tagliare i tempi disponibili per un dibattito serio e costruttivo anticipando la data delle primarie. Forse che si teme ci sia il tempo per entrare nel merito dei contenuti, come ad esempio, sulla mia proposta di autonomia speciale per il Veneto?». Quanto a Ncd, «come si può parlare di rinnovamento e poi fare patti con chi ha fatto parte del sistema di potere che regna sul Veneto da un ventennio?». Luca Preziusi