Pagina 10, Regione
Onorevole Simonetta Rubinato, lo slogan che avete scelto per la campagna elettorale rischia di far girare la testa a Zaia e alla Lega: una ventata di cultura locale in salsa veneta. Come mai?
“Ho scelto Sepolfar veneticamente per dimostrare che il Pd è molto più bravo della Lega di Zaia: in quel veneticamente c’è la sintesi, anzi una sorta di anagramma, di tre parole: Veneto, Etica e Mente, l’intelligenza. La nostra terra, l’etica del lavoro e della legalità, delle mani pulite e non dello scandalo Mose e la mente aperta al futuro, al mondo che cambia: con umiltà dobbiamo portare in Europa la nostra cultura imprenditoriale. Il Veneto fra dieci anni deve essere il luogo ideale per le imprese che producono ricchezza. Cinquant’anni fa eravamo terra di emigranti, di contadini e artigiani che poi hanno creato ricchezza: bisogna trovare quell’antico orgoglio oggi smarrito”.
Lei sabato era a duemila firme. Come avete raggiunto il traguardo delle 8 mila in poche ore?
“I cittadini con il loro impegno ci hanno consentito di raggiungere un risultato straordinario: quando ci si crede e c’è la base del territorio che collabora e corre giorno e notte, nessun traguardo è precluso. Abbiamo imposto le primarie che il Pd non volveva e poi c’è stata la corsa alla raccolta firme. Solo Treviso ne ha depositate 4 mila, per noi è stato un secondo congresso: democrazia allo stato puro tra noi e il gruppo pro-Moretti”.
E ora che succede nel Pd, tornerete a litigare?
“No. Ma questa ondata di firme civili nulla toglie alla mia battaglia fatta in direzione per rendere più agevoli le regole di partecipazione, c’è un problema tra apparato ed elettori e anche dopo la mia amissione con la deroga la questione resterà irrisolta. Al mio fianco ci sono i cittadini elettori del Pd, uno di Verona mi ha detto grazie perché lei mi fa contare. Anche gli elettori di Berlusconi mi hanno sostenuto. Ora avanti tutta: Sepolfar veneticamente”.
Per la prima volta il Pd vede una sfida tutta femminile: cosa cambia?
“Il Veneto dà lezioni di rinnovamento alla politica, ma in consiglio regionale le donne non ci sono. O quasi: solo 1, anzi tre con gli assessori su 60. Per questo il Pd vuol voltare pagina”.
Albino Salmaso