Sistri, ascoltare le aziende

06 settembre 2013

Il 1^ ottobre si avvicina e cresce la rabbia tra artigiani e piccoli imprenditori per la confusione che ancora regna sull'entrata in vigore del Sistri. "Il Governo, in particolare i ministri Zanonato e Orlando, che durante l'estate avevano dichiarato alla stampa addirittura l'intenzione di mettere la parola fine sull'attuale sistema elettronico di tracciabilità dei rifiuti, ascoltino le richieste di semplificazione che arrivano dalle associazioni di categoria: la tracciabilità dei rifiuti, in particolare quelli pericolosi, è importante, ma non deve essere l'ennesimo fardello burocratico, gestito in ‘modo centralistico', caricato sulle spalle di chi sta navigando in un mare in tempesta. E durante la conversione in Parlamento del decreto legge n. 101/2013 aprano alle modifiche proposte dalle associazioni di categoria, in particolare riguardo alla necessità di rendere esplicita l'esclusione dei rifiuti urbani, ancorché pericolosi, dal campo di applicazione del sistema. E ancora escludendo dagli obblighi i produttori iniziali di rifiuti pericolosi in caso di affidamento al servizio pubblico, gravandone gli enti gestori". A parlare è Simonetta Rubinato, parlamentare del Pd attenta alle esigenze delle Pmi e promotrice da anni di iniziative parlamentari volte a chiedere una semplificazione del Sistri a favore delle aziende.
Secondo l'on. Rubinato resta inoltre il fatto che lo Stato ha già incassato la bellezza di 90 milioni di euro per il Sistri, pur non essendo sin qui mai entrato in funzione. E per questo invita il Governo a ‘valutare la restituzione dei contributi già versati per gli anni 2011 e 2012 alle imprese che ora escono dal Sistri e l'imputazione alle annualità successive per quelle che vi rimangono incluse". Come pure ‘a considerare l'opportunità di concedere una proroga considerato che la documentazione e i manuali sono stati messi a disposizione con grave ritardo impedendo alle aziende di avere il tempo per studiarli e verificarli".
"Serve insomma un sistema più leggero per le imprese e più pesante per le ecomafie - conclude la parlamentare - reso accessibile anche alle Regioni, che già gestivano il catasto dei rifiuti, per garantire l'effettività del controllo sui territori".

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pubblicata il 06 settembre 2013

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