Un'alternativa di governo per il Veneto

26 marzo 2010

Le elezioni regionali di domenica e lunedì prossimi rappresentano un appuntamento importante per i veneti. La nostra regione è tra le prime tre che trainano l'economia italiana, insieme a Lombardia ed Emilia Romagna. Il governo del Veneto che uscirà dalle urne dovrà essere coeso per sostenere il nostro sistema produttivo affinché esca ancora competitivo dalla crisi economica globale, per assicurare la coesione sociale attraverso l'adeguamento del nostro sistema di welfare e l'integrazione dei nuovi veneti, per attuare finalmente nei fatti un federalismo che coniughi autonomia e responsabilità. Potranno essere in grado di farlo una Lega e un Pdl che da oltre un anno tengono bloccata l'attività della Regione, che la pensano in maniera opposta su tanti temi importanti e che a pochi giorni dal voto, nell'ultima seduta di Giunta regionale, hanno votato una marea di delibere, forse per paura che poi sarebbero state bloccate?
Dopo questa campagna elettorale in cui il candidato del Centro Destra, già annunciato come vincitore, si è sottratto ad ogni confronto e il Presidente del Consiglio Berlusconi ha chiesto un voto sull'elezioni diretta del Capo dello Stato (proposta che nulla a che vedere con il futuro del Veneto), io penso che dobbiamo rivolgerci agli elettori per ricordare con chiarezza come stanno le cose e poi lasciare che siano loro a tirare le conclusioni.
Dobbiamo dir loro che mentre i veneti devono far i conti quotidianamente con un regime fiscale tra i più iniqui e gravosi, nel 2009 i nostri Comuni hanno ricevuto dallo Stato trasferimenti per soli 205,01 euro pro-capite, ultimi nella classifica nazionale (la media italiana è di 252,77). Una cifra che per i cittadini residenti in provincia di Treviso, si riduce addirittura a 171,62 euro l'anno (ben un terzo in meno)!
Dobbiamo dir loro che mentre il Governo nazionale di Centro Destra finanzia le grandi infrastrutture del Sud con risorse pubbliche, in Veneto le stesse vengono ormai realizzate solo con ‘project financing', così i veneti pagano due volte, prima versando le tasse allo Stato e poi attraverso il pedaggio (l'autostrada del Mare ne è l'ultimo esempio concreto). Dobbiamo ricordare loro che i 100 milioni inseriti grazie ad un emendamento presentato dalla sottoscritta nell'ultima Finanziaria del Governo Prodi per la realizzazione del secondo stralcio del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (che servivano anche a fare i sottopassi e la stazione a Ca' Tron) sono stati tagliati dal Governo Berlusconi, che però ha già trovato 330 milioni per le metropolitane di Palermo e Catania. Per fortuna che abbiamo tre ministri veneti a difenderci a Roma!
Dobbiamo dire ai veneti, in particolare ai tanti piccoli imprenditori, che rappresentano una forza vitale della nostra economia, che il Governo Berlusconi attraverso il Patto di Stabilità continua ad impedire ai nostri Comuni virtuosi di pagare le loro fatture e di fare nuovi investimenti in opere pubbliche. Una situazione assurda in un periodo di crisi come questo: l'ho denunciata sin dal 2008 e a darmi ragione è anche l'ultimo rapporto congiunturale dell'Associazione dei Costruttori Edili (ANCE), in cui si evidenzia che i nostri Comuni hanno registrato nel 2009 rispetto al 2008 la più forte contrazione nei bandi pubblicati per opere pubbliche sia in termini di numero (-65,2%) che di importo posto in gara (-45,9%). Tutto questo avviene mentre in Parlamento la maggioranza di centrodestra sta approvando un decreto che stanzia centinaia di milioni di euro per ripianare, attraverso la nomina di un commissario, il deficit di Roma capitale e al tempo stesso consente al sindaco Alemanno di disporre di tutte le entrate senza alcun vincolo del Patto di stabilità. A questi si aggiungono le centinaia di milioni di euro che si stanziano per far uscire dal Patto gli interventi realizzati del Comune di Milano per l'Expo; per non parlare delle centinaia di milioni di euro già stanziati per coprire il dissesto di Catania e Palermo, comuni che poi sono stati addirittura premiati (con una maggiore libertà di spesa) grazie ad un decreto firmato lo scorso novembre dai ministri Tremonti e Maroni perché hanno rispettato (con i nostri soldi) il Patto di stabilità!
I veneti devono sapere che tutte queste decisioni sono state prese nei palazzi romani anche da chi, in regione, si sta facendo campagna elettorale con lo slogan "Prima il Veneto"!
Domenica e lunedì andiamo a votare per cambiare rotta e affidare le sorti della nostra Regione a chi, non essendo suddito né degli equilibri romani, né di quelli lombardi, ha davvero a cuore gli interessi e le speranze dei veneti. La candidatura a Presidente di Giuseppe Bortolussi rappresenta un'alternativa seria e concreta per il buon governo del Veneto nei prossimi anni.
Il voto a Giuseppe Bortolussi significa garanzia di cambiamento, riforme e coraggio.
Mi auguro che con il nostro impegno possiamo fare in modo che la provincia di Treviso elegga almeno due consiglieri della lista del Partito Democratico, rappresentativi di diverse aree del territorio e della parità dei generi. Personalmente ritengo che vada sostenuto anche il consigliere regionale uscente Diego Bottacin, affinché l'esperienza maturata in questo suo primo mandato possa essere utile al nostro partito e alla Marca Trevigiana.

on. Simonetta Rubinato

mimetype SCARICA L'APPELLO AL VOTO IN PDF


pubblicata il 26 marzo 2010

ritorna
 
  Invia ad un amico