Dalla crisi si esce solo insieme

24 dicembre 2011

lotto_nativitaNon si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l'ha generato, diceva Albert Einstein.

L’Italia è stata travolta dalla più grave crisi dall’ultima guerra mondiale. Ci ritroviamo con un debito di 1.900 miliardi di euro, una crescita da anni pressoché pari allo zero, disuguaglianze sociali profondamente cresciute, senza certezze per le future generazioni. E la medicina preparata con la manovra da Monti è talmente forte e amara che avrà anche degli effetti collaterali recessivi ed iniqui. Ma senza di essa l'esito sarebbe molto più drammatico: nelle prossime settimane, lo Stato non potrebbe reperire sul mercato i soldi per pagare le pensioni e gli stipendi per far funzionare per es. gli ospedali, le scuole, i trasporti, le banche non erogherebbero più credito alle imprese, con la loro conseguente chiusura e l'aumento della disoccupazione, i risparmi delle famiglie sarebbero a forte rischio.

Come è possibile che la settima potenza del mondo, la terza d’Europa, la culla delle arti, della scienza e del diritto, il luogo che ospita il 60% del patrimonio artistico del mondo sia giunta a questo punto? Dopo un periodo di oltre sessant’anni di pace continua (mai vissuto prima), dopo oltre quarant’anni di benessere economico, si è dato per scontato che non si dovesse più lavorare, anche con fatica e sacrifici, per garantire il ben-essere futuro, che lo Stato dovesse garantirci tutto, dalla culla alla tomba, che ogni diritto fosse una pretesa sganciata dai doveri, che il politico bravo fosse quello che prometteva di soddisfare tutte le nostre richieste. Così l'apparato dello Stato ed il debito pubblico si sono gonfiati a dismisura.

Aldo Moro già negli anni '70 ammoniva: “Questo Paese non si salverà e la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà  effimera se non nascerà un nuovo senso del dovere”. Se siamo arrivati qui, è soprattutto perché molti hanno fatto affari senza regole, molti hanno vissuto sulle spalle di chi ha continuato a lavorare con onestà e sacrificio, perché sono stati messi da parte valori come il bene comune, l'etica, la legalità, la solidarietà, la giustizia, la sobrietà, il rispetto dell’altro. Sono prevalsi l'individualismo ed il consumismo, il profitto a qualunque costo.

Per uscirne abbiamo bisogno di cambiare questa mentalità e di ritrovare un nuovo spirito sociale: dalla crisi si esce insieme, con più (e non meno) solidarietà, con più (e non meno) unità nazionale, con più (e non meno) etica e legalità, con più (e non meno) corresponsabilità, con più (e non meno) Europa.

Nei prossimi mesi avremo prove molto dure davanti a noi: in una situazione paragonabile per difficoltà da superare a quella del secondo dopoguerra, dobbiamo mettere in campo un analogo  sforzo collettivo, con la convinzione che vinceremo la sfida se supereremo le contrapposizioni e saremo disposti a dare il nostro contributo personale, in proporzione alle nostre possibilità.

Dobbiamo riscoprire cosa significa essere comunità, dalla nostra città a quella nazionale ed anche europea, e il senso della corresponsabilità che ne deriva, tanto più se le risorse sono limitate. Per esempio, prenderci del tempo per leggere, per stare con le persone care, per fare del volontariato, o per curare il pezzetto di territorio in cui viviamo, anche oltre la recinzione del nostro giardino, significa contribuire al nostro ben-essere e a quello degli altri, significa conservare un'eredità sociale anche per le future generazioni.

La crisi è frutto dell’egoismo personale, corporativo, localistico e nazionalistico. Per questo guai a chi oggi irresponsabilmente incita alla divisione, alla contrapposizione, all’odio sociale e politico che non potrebbero che portare il Paese al fallimento.

La crisi si supera solo vincendo l'egoismo che l'ha generata, recuperando i valori e i sentimenti migliori di cui ha dato prova nella storia il popolo veneto ed italiano.

Il Natale annuncia questo messaggio da secoli: il mio augurio è che possiamo essere anche noi tra quegli uomini e donne di buona volontà che presteranno ascolto al messaggio di fratellanza che riecheggerà ancora nella Notte Santa.
 
 
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pubblicata il 24 dicembre 2011

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