Edilizia scolastica: necessaria una commissione d'inchiesta per fare luce sui finanziamenti

12 luglio 2011

Da uno studio della KRLS Network of Business Ethics emerge che in Italia due edifici scolastici su tre non sono a norma di legge. Solo il 46 per cento delle scuole ha il certificato di agibilità statica, contro il 98 per cento della Germania, il 93 per cento della Francia, il 92 per cento dell’Inghilterra e il 53 per cento dell’Albania. L’edilizia scolastica è in uno stato drammatico. Anche i finanziamenti stanziati non riescono ad essere spesi e l’Anagrafe dell’edilizia scolastica, nata per essere uno strumento fondamentale per la programmazione, non è ancora utilizzabile. Siamo arrivati al paradosso che il Cipe chiede conto ai due ministri delle Infrastrutture e dell’Istruzione (cioè come chiedere a se stessi) dello stato degli interventi in atto o da realizzare. Le risorse destinate nel 2006, pari a 300 milioni di euro, sono state spese soltanto per il 50 per cento. Colpa anche della scelta del governo Berlusconi di esautorare l’azione programmatoria delle Regioni e degli enti locali. Bisogna inoltre fare luce sul destino dei 350 milioni di fondi Fas attribuiti lo scorso anno per finanziare 1.552 interventi selezionati dal ministero, ma di cui non è ancora noto l’avvio di assegnazione.
 
Per questo motivo la collega Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd nella commissione Istruzione e Cultura di Montecitorio,  ha presentato una proposta – che ho sottoscritto anch'io – per avviare un’inchiesta parlamentare atta a far luce su tutto ciò ed anche sugli effetti determinati dal federalismo fiscale, che ignora completamente il tema (nonostante la competenza sia degli enti locali), e sulle intenzioni espresse dal Governo nel recente Documento economico finanziario.
 
 
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pubblicata il 12 luglio 2011

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