La manovra scuote i sindaci leghisti

08 luglio 2011

"Un effetto positivo la manovra correttiva varata dal Governo lo ha forse ottenuto: facendo finalmente alzare la testa ai sindaci della Lega fino ad oggi costretti dalla disciplina di partito ad ingoiare le solite chiacchiere sulla chimera federalista. Ora si rendono conto che, fino a quando non verrà messo mano al patto di stabilità, è impudico parlare di federalismo. E' come lasciare un malato morire in attesa di un farmaco miracoloso, piuttosto che curarlo subito con il rimedio che già esiste". L'on. Simonetta Rubinato, sindaco e deputata del Pd, guarda con favore alla protesta guidata dal sindaco Gianantonio Da Re, segretario trevigiano della Lega. "Capisco l'ira dei colleghi leghisti - spiega -. Da mesi promettevano loro che ci sarebbe stato un allentamento del patto di stabilità per i Comuni virtuosi e invece nella manovra ci sono ancora e solo tagli lineari per tutti, mentre il cambiamento è rinviato al 2014. Ma i sindaci non possono aspettare il 2014 come pure non possono aspettare l'entrata a regime della riforma federalista. Devono dare subito risposte ai cittadini e alle imprese, quelle risposte che a causa dei vincoli assurdi e iniqui del patto di stabilità vigente non sono spesso più in grado di assicurare".

La parlamentare trevigiana ricorda che oggi un sindaco, non può utilizzare in autonomia le risorse che già i cittadini hanno versato. E di conseguenza il suo Comune non può assumere mutui, pagare le imprese e i fornitori, avviare nuovi cantieri. "Siamo prossimi al blocco completo della nostra attività amministrativa - spiega - ed è difficile farlo comprendere ai cittadini che ci giudicano per quello che riusciamo a fare". Eppure la medicina ci sarebbe. Subito. "E' da tempo che presento emendamenti alla Camera, per esempio, per far uscire dal patto le spese di investimento per la messa a norma delle nostre scuole - racconta l'on. Rubinato - ma puntualmente mi vengono bocciati anche con i voti contrari dei colleghi deputati della Lega".

"Per questo motivo - conclude - spero davvero che i sindaci trevigiani del Carroccio ora stiano con il fiato sul collo ai loro parlamentari chiedendo conto su quanto votano quando sono a Roma. Ma dubito che le cose cambieranno. Io in ogni caso presenterò altri emendamenti, ben felice di essere smentita".

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pubblicata il 08 luglio 2011

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