Ratifica ed esecuzione della Convenzione civile del Consiglio d'Europa sulla corruzione
07 giugno 2011
Sono ben due le Convenzioni europee contro la corruzione che attendono da undici anni di essere ratificate dall’Italia, la Convenzione civile e la Convenzione penale del Consiglio d’Europa sulla corruzione, siglate, rispettivamente, a Strasburgo il 4 novembre 1999 e il 27 gennaio 1999. Eppure la corruzione, come ha attestato di recente la Corte dei Conti nel consueto rapporto, rappresenta una delle principali fonti di danno erariale e costa al sistema-Paese oltre 60 miliardi di minor Pil l’anno. Rendere più efficace l’azione di prevenzione e di contrasto delle forme di corruzione nella pubblica amministrazione, un fenomeno in costante aumento nel nostro Paese, non sembra però essere una priorità per il Governo e la maggioranza di Centro Destra, che mercoledì scorso al Senato è finita sotto proprio sul decreto anti-corruzione che da maggio 2010 attendeva di approdare in Aula. I due emendamenti, sostenuti dall’esecutivo, che non sono passati proponevano, uno, l’istituzione di un coordinamento delle iniziative contro la corruzione presieduto dal presidente del Consiglio, l’altro, la rotazione dei dirigenti nella Pubblica amministrazione.
A porre rimedio a questa grave situazione ci prova con una proposta di legge, alla quale ho dato la mia adesione, la collega Laura Garavini. La proposta ha lo scopo di ratificare ambedue le Convenzioni di Strasburgo (l’articolo 1 e l’articolo 2 della proposta di legge contengono, rispettivamente, l’autorizzazione alla ratifica e l’ordine di esecuzione delle suddette Convenzioni) e, in aderenza alle previsioni in esse contenute, di adeguare il nostro ordinamento interno alle indicazioni provenienti dagli organismi internazionali di cui l’Italia fa parte (l’articolo 3 della proposta di legge contiene modifiche al codice penale).
pubblicata il 07 giugno 2011