La vicenda Parmalat mette in luce le contraddizioni del Governo sulla politica industriale

04 maggio 2011

L'Aula della Camera, nella seduta di martedì 3 maggio, ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto legge con le "misure urgenti per garantire l'ordinato svolgimento delle assemblee societarie annuali", il cosiddetto decreto anti-scalate. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato.
 
Si tratta di un decreto legge che ha dato la possibilità alle aziende quotate in borsa di posticipare da quattro a sei mesi il termine per l’approvazione dei bilanci 2010. Una norma definita ‘ad aziendam’ perché il provvedimento è stato approvato dal Governo proprio nei giorni in cui la francese Lactalis ha annunciato di aver acquisito il 28,9 per cento della Parmalat. Il blitz tentato dal ministro Tremonti, nella speranza di dare il tempo necessario ad una cordata di aziende italiane di mettere assieme un pacchetto azionario almeno pari a quello francese, è miseramente fallito. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un Governo pasticcione e senza una seria politica industriale.
 
La vicenda Parmalat ha inoltre messo in luce le contraddizioni di una maggioranza che, da un lato, dice di voler attrarre in Italia investitori stranieri (anche attraverso lo shopping fiscale che consente loro di scegliere il regime tributario più favorevole!) e, dall’altro, appena un'azienda straniera viene ad acquisire partecipazione in Italia si mobilita per mettere i bastoni tra le ruote. Va detto che la scelta di Pd è stata quella di astenersi, ma se si fosse deciso di votare contro il provvedimento avremo potuto mettere sotto il Governo.
 
 
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pubblicata il 04 maggio 2011

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