Oltre 1200 immigrati, provenienti per lo più dalle coste della Tunisia, hanno lasciato l'isola di Lampedusa. Di questi, più della metà sono stati ospitati nei centri di accoglienza di Bari, Foggia e Crotone mentre per gli altri sono in corso le operazioni di trasferimento a Mineo. Intanto, le spese sostenute dal governo per affrontare l'emergenza ammontano gia' a 21 milioni di euro ed entro le fine dell'anno si stima che possano arrivare a 213 milioni. E’ quanto ha riferito mercoledì scorso in Aula il sottosegretario Alfredo Mantovano durante un'informativa urgente alla Camera. Mantovano ha ricordato che dall'inizio della crisi complessivamente "sono stati trasferiti verso altre località nazionali quasi 10 mila persone".
Dalle interviste fatte ai migranti giunti a Lampedusa e' emerso poi che "i controlli sul litorale tunisino sono inesistenti a causa della sostanziale inattività degli uffici di polizia delle varie località di partenza". Il sottosegretario nel rinnovare la richiesta d'aiuto all'Unione Europea ha rimarcato la necessità di risorse economiche per far fronte all'emergenza umanitaria.
Infine, per i migranti non richiedenti asilo, la cui collocazione e' prevista nei Centri per l'identificazione e l'espulsione (Cie), secondo Mantovano "dovranno essere individuate ulteriori strutture, oltre a quelle esistenti, distribuite razionalmente sul territorio nazionale, con oneri a carico del governo”. Rimane forte il dubbio che qualcuno della maggioranza abbia voluto creare l’emergenza per dimostrare i rischi connessi all’invasione di immigrati paventata. Lampedusa deve rimanere un luogo di transito e non certo farsi carico di un’emergenza umanitaria che deve essere gestita dal Governo con il coinvolgimento dell’intero Paese oltre che dell’UE.
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