Unità d'Italia: dai trevigiani cartellino giallo alla politica locale

17 marzo 2011

I risultati del sondaggio pubblicati sulle colonne del Gazzettino confermano che il sentimento per l’unità nazionale è molto forte tra i trevigiani. E’ lo stesso sentimento che ispirò i costituenti nel 1947 scrivendo l’articolo 5 della nostra Costituzione: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali…”. A suggellare che l’Italia repubblicana non è tanto uno Stato-nazione, quanto una Comunità nazionale che unifica preesistenti identità territoriali. Lo stesso sentimento animò il Consiglio dei Ministri della Repubblica veneta quando nel 1848 adottò il tricolore, simbolo della comunione italiana, con il Leone “simbolo speciale di una delle italiane famiglie”.

Grazie al sondaggio Hobo Quaeris abbiamo la conferma che il valore dell’unità nazionale è condiviso da una larghissima parte dei trevigiani.  E’ una bella notizia, soprattutto perché ad essere convinto di questo valore è il 95,8% dei giovani. Il sondaggio è una sorpresa solo per chi, mosso da mera propaganda elettorale, ha confuso l’insoddisfazione dei trevigiani per l’inefficienza dello Stato con la disaffezione per la Patria.

I trevigiani, e i veneti in generale, dimostrano ancora una volta di voler essere i protagonisti di un’Italia migliore e lanciano un’ammonizione alla classe politica: non si può mettere in discussione l’unità repubblicana per colpa degli errori compiuti da chi governa il nostro Paese. I trevigiani non vogliono la divisione dell’Italia, ma la riforma dello Stato. E su questo sfidano noi politici ad essere all’altezza di portare a compimento il disegno costituzionale.
Anche a livello locale, quindi, non basterà più saper fare bene strade e rotonde: occorre una politica che sappia volare più in alto.

 

Simonetta Rubinato

 


pubblicata il 17 marzo 2011

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