L'Aula della Camera ha approvato in seconda lettura il decreto legge milleproroghe, nella versione proposta dal Governo con un maxi-emendamento interamente sostitutivo. La decisione di modificare il provvedimento a Montecitorio, sul filo di lana della sua 'scadenza' fissata al 27 febbraio, e' stata presa dall'Esecutivo per venire incontro ai rilievi di incostituzionalità sul provvedimento manifestati dal Capo dello Stato. Il decreto legge è tornato così al Senato per il disco verde definitivo.
Prima della missiva di Napolitano, inviata a Governo e Parlamento martedì scorso ad esame di Aula avviato, il decreto legge era stato blindato a Montecitorio da Governo e maggioranza nella versione arrivata in prima lettura da Palazzo Madama. Le due commissioni Affari Costituzionali e Bilancio, incaricate dell'esame e in cui la maggioranza non aveva i voti sufficienti, non erano riuscite a procedere ad alcun voto, nemmeno sul mandato al relatore. Il testo era così giunto in Aula, senza modifiche e senza mandato al relatore. Il giorno successivo l'intervento del Quirinale, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e' intervenuto in Assemblea annunciando otto modifiche: in sostanza la soppressione di alcune misure introdotte durante l'esame al Senato. A queste si e' aggiunta una riformulazione dei termini di prescrizione per la restituzione delle somme addebitate dalle banche per effetto dell'anatocismo, che 'fa salvi' gli importi già versati. Riscrittura che non ha soddisfatto oltre l'opposizione nemmeno la maggioranza (i Responsabili e la Lega hanno chiesto modifiche più incisive a tutela dei consumatori in un prossimo provvedimento).
L’on. Simonetta Rubinato, oltre a presentare l’ordine del giorno (il cui testo lo trovate allegato al comunicato stampa del 25 febbraio), poi accolto dal Governo, sulla pubblicazione dei nomi dei maxi evasori sul sito dell’Agenzia delle Entrate, aveva presentato per la discussione (che poi non si è tenuta avendo il Governo messo la fiducia) due emendamenti sullo stesso tema (diversi solo a fini di forma) per chiedere di istituire, nell’ambito della sperimentazione della Carta Acquisti per un anno agli enti caritativi, un Fondo per la morosità incolpevole per erogare risorse a quelle famiglie o singoli che non siano in grado di garantire la regolarità dei pagamenti delle bollette dei servizi pubblici essenziali come luce, gas e acqua. Negli emendamenti si prevedeva una dotazione di 10 milioni di euro per l’anno 2011 e di 15 milioni per l’anno 2012. In questo modo sarebbe stato possibile dare un sostegno a nuclei familiari in cui vi siano minori, anziani o soggetti deboli che si vengono a trovare in condizioni economiche e sociali disagiate. Le società che gestiscono i servizi, prima di attuare le procedure necessarie a interrompere l’erogazione del servizio per morosità ad un’utenza domestica, avrebbero infatti l’obbligo di verificare attraverso i servizi sociali dei Comuni se il singolo o il nucleo familiare sia in possesso dei requisiti per richiedere la carta acquisti o comunque si trovi in una condizione effettiva di bisogno che abbia determinato la morosità colpevole.
"La mia proposta nasce da degli episodi drammatici di cronaca - spiega l'on. Simonetta Rubinato - che hanno visto l'anno scorso la morte di due bambini per l'esalazione di monossido di carbonio, rilasciata da bracieri usati per scaldarsi in seguito all'interruzione dell'utenza elettrica per morosità. Molto spesso accade che sono proprio le situazioni di 'povertà dignitosa' che non emergono e non chiedono aiuto. Su questo presenterò prossimamente anche un disegno di legge".
CONSULTA LE PRINCIPALI NOVITA' INTRODOTTE NEL TESTO APPROVATO ALLA CAMERA (37 KB)
LEGGI LE DICHIARAZIONI DI VOTO DELL'ON. BARETTA PER IL GRUPPO DEL PD (91 KB)