"La nomina di un super consulente per rimettere in ordine i conti della sanità veneta lascia sbalorditi: se non ci sono nella struttura regionale le competenze tecnico-finanziarie per valutare la sostenibilità dei progetti di finanza (che dovrebbe avere chi è stato incaricato), il consulente doveva essere chiamato prima di stipulare i contratti con le banche e con il general contractor, non ora che sono già stati firmati e vincolanti per 20-30 anni. E' come chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati.". E' il commento dell'on. Simonetta Rubinato, deputata del Pd in Commissione Bilancio della Camera, sulla delibera di incarico approvata alla fine del 2010 dalla Giunta regionale con la quale si è affidato all'avv. Michele Romano il compito di rivedere il sistema di finanziamenti dei project financing e dei leasing.
Secondo l'on. Rubinato "gli azionisti di una qualsiasi azienda privata avrebbero già licenziato degli amministratori che avessero agito così e chiesto loro i danni. Ebbene, la macchina della sanità veneta è la più grande azienda del Veneto per dipendenti, con costi e valore della produzione per 10 miliardi l'anno. I suoi azionisti sono i cittadini-contribuenti che si stanno chiedendo preoccupati quale sarà l'esito di questa vicenda. Perché se al termine del suo lavoro, il consulente verificherà che i conti sono a posto, potranno tirare un sospiro di sollievo e ringraziare la sorte, anche se non capiranno perché hanno dovuto sborsare 240 mila euro per i due anni di incarico. Se, invece, i conti - come è probabile - non tornano, che cosa si potrà fare se non rimodulare la durata degli stessi contratti, sapendo che non sarà un'operazione a costo zero?".
"Se davvero sarà così - conclude l'on. Rubinato - chi pagherà il conto? Gli azionisti-cittadini-contribuenti o i cattivi amministratori che da quindici anni governano il Veneto? Aspettiamo una risposta".
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