Federalismo municipale: nuova versione del decreto, ma la confusione resta grande

28 gennaio 2011

Sblocco dell’addizionale comunale Irpef, ritorna la tassa di scopo, modificate le aliquote della cedolare secca, aliquota Imu allo 0,76%. Lo prevede l’ultima versione (la quarta) del decreto sul fisco municipale, arrivata dal Ministro Calderoli dopo l’intesa con l’Anci. In particolare l’addizione potrà essere sbloccata da quei comuni che hanno un’aliquota inferiore allo 0,4% con un “limite massimo dell’addizionale per i primi due anni” che non potrà superare tale soglia. In ogni caso, si prevede nel testo, “l’addizionale non può essere istituita o aumentata in misura superiore allo 0,2% annuo”. Con il decreto torna anche la tassa di scopo prevista dalla finanziaria 2007 per dare ai comuni la possibilità di finanziarie specifiche opere pubbliche. Il decreto consente infatti “l'individuazione di opere pubbliche ulteriori rispetto a quelle indicate” nella finanziaria 2007; l'aumento, sino a dieci anni, della durata massima di applicazione dell'imposta; la possibilità che il gettito dell'imposta finanzi l'intero ammontare della spesa dell'opera pubblica da realizzare”.

E ancora, cambiano le aliquote della cedolare secca sugli affitti prevista dal decreto legislativo in materia di fisco comunale. La nuova versione del testo fissa al 21% l'aliquota sui canoni liberi e al 19% quella sui canoni concordati. La precedente versione fissava l'aliquota sull'equo canone al 20%, e quella sugli affitti liberi al 23%: il differenziale del 3% tra le due aliquote sarebbe servito a finanziare il fondo (al massimo di 400 milioni) per il bonus alle famiglie con figli che vivono in affitto, misura fortemente chiesta dal Terzo polo, che però è stata cancellata nell’ultima versione del testo. Il decreto attuativo del federalismo fiscale fissa anche la quota del gettito della cedolare che sarà girata ai comuni: nel 2011 sarà del 21,7% per i comuni delle regioni a statuto ordinario, per scendere al 21,6% a decorrere dall'anno 2012. La quota potrà essere ridefinita “sulla base di dati definitivi”, al fine di “garantire il rispetto dei saldi di finanza pubblica e di assicurare ai comuni un ammontare di risorse pari ai trasferimenti soppressi”.
Per quanto riguarda l'Imposta municipale unica sulle seconde case, l’aliquota è fissata allo 0,76%. I comuni ottengono dunque che l'aliquota sia stabilita immediatamente nel decreto, invece che fissata anno per anno nella legge di stabilità come previsto dalla versione originaria del testo. Ma l’Anci ritiene comunque che tale aliquota sia insufficiente a compensare il previsto abbattimento del 50% dell’imposta sugli immobili locati (si tratta di meno 1,5 miliardi circa, che chiede di compensare con un aliquota dell’8,5%).  

Anche questa nuova bozza di decreto presentata dal ministro Calderoli, pur avendo trovato la sostanziale approvazione da parte dell’Anci nazionale, pone molti quesiti e dubbi su quali saranno i vantaggi di un riforma del fisco municipale che alla fine si tradurrà in nuove tasse per i cittadini e renderà ancora più complesso e complicato il prelievo fiscale, alla faccia della semplificazione tanto declamata. Alleghiamo l’ulteriore autorevole commento apparso la scorsa settimana sul Sole 24 Ore, che conferma la critica da sempre espressa dall’on. Rubinato sul peccato originale di questa riforma.

“Pur essendo convinta che questo federalismo si sta rivelando sempre più come una ‘riforma a fari spenti nella notte’ – commenta l’on. Simonetta Rubinato – ritengo che per il Pd sia un errore sul piano politico unirsi al Terzo Polo nel votare contro questo decreto, soprattutto dopo che l’Anci, presieduta da Chiamparino, ha dato il via libera, sia pur costretta dalla necessità di dare immediato ossigeno alle casse di alcuni comuni con lo sblocco delle addizionali e della tassa di scopo. E’ facile spiegare il voto contrario al Sud, non certo qui al Nord, anche perchè è difficile spiegare con uno slogan semplice il contenuto di un provvedimento così complesso. Temo che daremo alla Lega il facile alibi di aver bloccato una riforma comunque necessaria a sbloccare l’attuale situazione. Io credo sarebbe meglio denunciare i vizi della riforma, presentare emendamenti per migliorarla e se questi sono bocciati astenersi o meglio ancora non partecipare al voto e lasciare che la maggioranza se ne assuma tutta la responsabilità”.

 

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mimetype LEGGI L'ARTICOLO "L'ABOLIZIONE DELL'ICI MADRE BIPARTISAN DI TUTTI I PROBLEMI" - IL SOLE 24 ORE 25 GENNAIO 2011 (734 KB)


pubblicata il 28 gennaio 2011

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