"Nel 2008 eravamo in pochi a disobbedire ad un iniquo patto di stabilità che penalizza i comuni virtuosi, le imprese e l'occupazione del territorio. Già da allora lanciammo l'allarme sui danni che esso avrebbe creato all'economia locale e scegliemmo la linea del coraggio per rispettare altre regole, quelle che impongono di pagare i fornitori e di garantire i servizi essenziali ai cittadini. Purtroppo non c'è mai stata compattezza tra gli amministratori del Veneto, né il sostegno da parte delle stesse associazioni che ci rappresentano, prima fra tutte l'Anci, su questa nostra proposta di disobbedienza. Da tempo sostengo che soltanto con un'iniziativa da tutti condivisa riusciremo a farci ascoltare dal Governo, rimasto fino ad oggi sordo al grido d'allarme che si leva dai nostri municipi". Simonetta Rubinato, sindaco di Roncade e deputata del Pd, più volte intervenuta in Parlamento per chiedere modifiche al patto di stabilità, interviene in merito alla modalità di protesta lanciata da Vigilio Pavan, presidente dell'Associazione Comuni della Marca trevigiana, di non approvare i bilanci consuntivi: "E' una misura che rischia di non essere efficace, visto che ci impedirebbe di poter impiegare l'avanzo di amministrazione per la realizzazione di opere pubbliche, né sarebbe compresa dall'opinione pubblica".
La parlamentare trevigiana si dice invece convinta che "la disobbedienza al Patto con il pagamento alle imprese delle opere pubbliche e la realizzazione degli investimenti necessari almeno alla sicurezza e manutenzione delle nostre scuole e delle nostre strade avrebbe maggiore risonanza e concretezza. Ad una condizione, però, che trovi il consenso di tutti, in modo bipartisan. A quel punto il Governo sarebbe costretto ad aprire una trattativa con i Comuni del Veneto, come già oggi fa con le regioni a Statuto Speciale".
"Una simile forma di protesta avrebbe l'appoggio anche delle categorie economiche che stanno pagando gli effetti dell'attuale patto di stabilità" spiega l'on. Rubinato, che poi ricorda come "l'obiettivo dovrebbe essere quello, per l'appunto, di ottenere l'apertura di un tavolo di trattativa tra il Governo da una parte, la Regione e i Comuni del Veneto dall'altra, per individuare obiettivi di saldo condivisi e realmente sostenibili, tenuto conto del contributo già dato al miglioramento dei conti pubblici e del livello dei costi sotto la media nazionale che caratterizzano la spesa storica dei nostri Comuni".
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