Vescovi, mondo cattolico e politica italiana

04 gennaio 2011

E' una tristissima stagione civile quella che stiamo attraversando. Molti cittadini, credenti in Dio o non credenti, avvertono il bisogno di reagire ad una rassegnata apatia di massa che ha spento la capacità di indignarsi di fronte a quotidiane vicende di corruzione diffusa, di mafiosità che sta infettando anche ampie aree geografiche del nord Italia, di arroganza nei comportamenti collettivi, di smarrimento dell'etica pubblica, di spudorata opulenza esibita da categorie privilegiate a fronte di una gravissima precarietà sociale che intacca il futuro dei giovani, e non sol dei giovani. E' in atto un lento processo di dissolvimento valoriale che avanza inesorabilmente nella coscienza collettiva, diventando prassi comune e opinione condivisa. Un'opinione, ad esempio, che riconosce nel ceto politico attualmente al potere l'unico paladino della causa cattolica rappresentata simbolicamente dalla difesa del crocifisso. E invece, è proprio quello stesso ceto politico a togliere spazi vitali e strumenti di cittadinanza alle donne e agli uomini più deboli della società, che sono i veri crocifissi nella carne e nei diritti umani.

Nelle ultime settimane, poi, si è assistito allo spettacolo inverecondo del governo, protagonista di un avvilente mercimonio con la cosiddetta compravendita dei deputati, con l'unico scopo di favorire il governo stesso ed uscirne indenni dalla sfiducia richiesta da una parte consistente del parlamento italiano l'immondo mercanteggiamento ha raggiunto il risultato di appena tre voti. Tuttavia, la percezione di molti italiani e di molti cattolici  è stata quella di un chiarissimo sfregio all'etica pubblica da parte di chi ostentava senza vergogna il proprio comportamento. Quelle che poi ha ulteriormente stupito e amareggiato è stata la dichiarazione del card Bagnasco del 15 dicembre 2010 alle agenzie di stampa:'ripetutamente gli italiani si sono espressi con un desiderio di governabilità. Questa volontà, questo desiderio espresso in modo chiaro e democratico deve essere da tutti rispettato e da tutti perseguito con buona volontà ed onestà'. Ma quale governabilità, quale chiarezza, quale democrazia, quale buona volontà ed onestà sono espresse in un'operazione strumentale  che perfino la stampa straniera ha giudicato ‘vergognosa'? Quella di Bagnasco è stata una dichiarazione inaspettata, subito utilizzata peraltro (e come non poteva essere altrimenti?) da Berlusconi, il quale, con la baldanzosa sfrontatezza che gli è solita, si è premurato di proclamare ad alta voce che:"La Chiesa italiana è d'accordo con me e con il governo!'.

Mentre, come sacerdote e come cittadino, mi sono permesso di esternare con franchezza un profondo disagio per la vicenda succitata, allo stesso tempo intendo esprimere la mia profonda gratitudine al vescovo di Foggia, Giuseppe Casale, per il suo articolo, apparso sul periodico ‘Adista' di fine novembre 2010.

Il titolo (E' tempo di svegliarvi dal sonno') è un appello vibrante che, richiamando la citazione di San Paolo nelle lettera ai romani ascoltata nella prima domenica di Avvento, si rivolge ai cattolici italiani per spronarli ad uscire da una condizione di totale insignificanza e subalternità rispetto all'invasivo appiattimento culturale che incombe a tutti i livelli, dopo anni di seducente torpore televisivo e di martellante demagogia populista. E' una situazione che sembra aver ormai plasmato, all'interno di un progressivo ma inarrestabile degrado, il DNA antropologico della nostra convivenza civile, espropriandola di quei vitali riferimenti etici che come linfa feconda hanno alimentato la società italiana fino a qualche decennio fa. Come scrive mons Casale: ‘Abbiamo dormito troppo. Abbiamo troppo pensato al nostro interesse personale, ad una sterile difesa dei diritti della Chiesa. I diritti della Chiesa sono i diritti dei poveri, degli emarginati, degli esclusi, degli oppressi da una società che riesce a spegnere qualunque sussulto di rivolta contro l'imperante conformismo. Di quel perbenismo che concilia il dirsi a parole cattolico e il vivere una vita d'immoralità e di menzogna!'.  

Sono parole che scendono come balsamo a lenire inevitabili amarezze legate a determinate contingenze storiche, infondendo coraggio e speranza in coloro che, nonostante tutto, credono ancora possibile l'impegno profetico di una Chiesa chiamata dal Concilio Vaticano II a farsi carico" delle gioie e delle speranze, delle tristezze e delle angosce degli uomini d'oggi" (GS 1)

 

Don Giorgio Morlin

29 dicembre 2010 - Mogliano Veneto (Tv)

 

 


pubblicata il 04 gennaio 2011

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