Ogni
anno 11.000 individui rimangono vittime delle bombe ‘cluster', ordigni in grado
di distruggere obiettivi estesi e di colpire bersagli in movimento, dotate di
un dispositivo che le fa esplodere al momento dell'impatto al suolo. Accade spesso
che il dispositivo non funzioni e che queste bombe rimangano inerti ma attive
per esplodere al minimo contatto o spostamento, diventando di fatto delle mine
terrestri. Il tasso di mancato esplosione dichiarato dalle case produttrici è
del 5%, ma i dati raccolti nei paesi colpiti dimostrano che la percentuale
arriva addirittura al 25%! Le persone che rimangono vittime di questi ordigni,
nei 23 paesi dove essi sono disseminati, sono per il 98% civili e ben un quarto
di essi bambini.
I parlamenti di Belgio, Irlanda, Lussemburgo e Nuova Zelanda hanno già approvato leggi che vietano gli investimenti nelle cluster bombs. In altri paesi, come Germania, Danimarca, Olanda, Norvegia e Svizzera, sono in corso delle simili iniziative parlamentari. Con il progetto di legge, presentato dalla collega Federica Mogherini Rebesani, a cui ho dato la mia adesione, in coerenza con le scelte già compiute dal Parlamento italiano e con le tante iniziative delle altre assemblee parlamentari d'Europa, chiediamo di impedire il finanziamento e il sostegno delle imprese produttrici di mine anti-persona, di munizioni e submunizioni cluster da parte delle banche, delle SIM (società di intermediazione mobiliare), delle società di gestione del risparmio, delle SICAV (società di investimento), dei fondi pensione, delle Fondazioni bancarie e, comunque, di tutti gli intermediari finanziari.