Capitali anonimi depositati in Svizzera: il Governo tergiversa sull'eventualitŕ di un possibile accordo sul contenzioso fiscale
21 ottobre 2011

Dopo aver rinviato alla prossima settimana il voto finale sul disegno di
legge costituzionale per la modifica dell'art. 41 della Costituzione,
nella seduta di giovedì 20 ottobre la Camera ha approvato in via
definitiva alcuni disegni di legge di ratifica ed esecuzioni di accordi
con altri Paesi in materia di cooperazione internazionale. La
discussione in Aula dell'accordo relativo alla modifica della
Convenzione per la navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano,
conseguente agli scambi di note tra il Governo italiano e il Consiglio
federale svizzero, ha offerto lo spunto anche per puntualizzare ancora
una volta l'urgenza di dare uno sbocco negoziale alle numerose questioni
aperte tra Roma e Berna.
Questioni di ben altro rilievo, come ha
evidenziato Francesco Tempestini, capogruppo del Partito Democratico in
Commissione esteri, poiché non è ancora chiaro l'atteggiamento che il
Governo intende assumere per avviare con la Svizzera una discussione
impegnativa in merito al contenzioso fiscale,
sulla stessa linea di
quanto già altri Paesi europei interessati hanno fatto (clicca qui). In risposta alle sollecitazioni poste dal PD, l'on. Stefania Craxi, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri, ha sottolineato che il mese scorso in un incontro a Washington il Ministro Tremonti e la sua omologa elvetica Widmer-Schlumpf hanno convenuto che a breve si dovrebbe avviare il negoziato sulle questioni fiscali. L'on. Craxi, ha altresì evidenziato che la ripresa del negoziato fiscale appare, in effetti, ancora più urgente a seguito della recente conclusione di due accordi fra Berna e, rispettivamente, Berlino e Londra, concernenti le problematiche fiscali bilaterali, con particolare riguardo ai capitali tedeschi e britannici depositati anonimamente nelle banche svizzere. Abbiamo però appreso ancora una volta che il Ministro Tremonti nutre dubbi sull’efficacia di tali accordi e che proprio per questo la soluzione del contenzioso fiscale tra Italia e Svizzera potrebbe essere ulteriormente rinviata. Un rinvio che il nostro Paese non può permettersi, viste anche le gravi incombenze economiche che si trova ad affrontare.
pubblicata il 21 ottobre 2011