A Nord e a Sud, autonomia e responsabilità per formare una nuova classe dirigente

03 gennaio 2019

Oggi Nord e Sud dovrebbero ragionare, litigare ma trovare una soluzione comune, lasciando fuori dalla porta mazze e clave di una classe dirigente, quella del Nord, arrogante e stupida” ha dichiarato ieri sul Corriere del Veneto il presidente di Svimez, Adriano Giannola.

Ebbene, vogliamo parlare di classe dirigente con un classico esempio concreto? Nel ‘parificare’ il Rendiconto 2017 della Regione Sicilia la Corte dei Conti ha prescritto la scorsa primavera agli organi di governo dell’Isola una manovra correttiva da poco meno di 2 miliardi di euro per il 2019. A salvare la classe dirigente siciliana è arrivata però una nuova intesa tra lo Stato e la Regione, giusto in tempo per essere recepita alla vigilia di Natale nel maxiemendamento alla Manovra Finanziaria da ultimo approvata dal Parlamento. Musumeci, presidente Regione a Statuto speciale Sicilia, ha commentato soddisfatto: “Un’intesa che per la Sicilia, tra maggiori entrate, minori spese e spalmatura di oneri vale, a regime, oltre due miliardi di euro“. A questo link la sintesi delle misure dell’accordo: https://livesicilia.it/2018/12/19/soldi-tagli-rinunce-e-nuove-leggi-ecco-lintesa-stato-regione_1021903/.

Domanda: “È possibile che l’autonomia finanziaria si traduca in una deroga delle norme di buona gestione e che gli enormi deficit e debiti accumulati da alcuni Enti, debbano poi essere colmati con interventi di salvataggio a carico dell’intera comunità nazionale? È giusto che le amministrazioni virtuose debbano sottrarre risorse alla soddisfazione dei bisogni dei propri cittadini per destinarli al salvataggio di Enti inefficienti? Cosa si può fare per prevenire o riparare per tempo simili situazioni, in modo che la situazione non dipenda soltanto dalla buona volontà degli Enti e degli amministratori spreconi?”, si chiede un siciliano, Dario Immordino, in un articolo già del 24 luglio 2012 (https://www.leggioggi.it/2012/07/24/federalismo-e-responsabilita-il-nodo-della-specialita-finanziaria/). Che in un altro articolo del 18 dicembre scorso si risponde così: “La sanzione sembra ingiusta e crudele, ma forse è l’unico modo per far capire a tutti, amministratori pubblici e cittadini, che l’autonomia ha un prezzo”: “a pagare il conto della cattiva gestione sono (dovrebbero essere: ndr) le imprese creditrici di questi Enti e soprattutto i cittadini, chiamati a rispondere della cattiva gestione dei propri amministratori (presenti e passati) per la cd culpa in eligendo, ossia per un cattivo esercizio del potere di voto che ha portato alla selezione di una classe politica inefficiente” (https://livesicilia.it/2018/12/18/la-crisi-e-il-prezzo-salato-dellautonomia-malata_1021421/)

Sono parole di un siciliano che richiamano l’ammonimento di Luigi Einaudi: “L'unità del paese non è data dai prefetti e dai provveditori agli studi e dagli intendenti di finanza e dai segretari comunali e dalle circolari ed istruzioni ed autorizzazioni romane. L'unità del paese è fatta dagli italiani. Dagli italiani, i quali imparino, a proprie spese, commettendo spropositi, a governarsi da sé (…). Chi vuole che gli italiani governino se stessi (…) dia agli eletti il potere di amministrare liberamente; di far bene e farsi rinnovare il mandato, di far male e farsi lapidare. Non si tema che i malversatori del denaro pubblico non paghino il fio, quando non possano scaricare su altri, sulla autorità tutoria, sul governo la colpa delle proprie malefatte. La classe politica si forma così: col provare e riprovare, attraverso a fallimenti ed a successi”. Il  presidente Giannola, che peraltro per la propria posizione di influenza sui comportamenti e i giudizi degli altri, fa parte della classe dirigente, condivide questo principio e ritiene che il sistema vada cambiato?

Intanto in questo inizio d’anno gli aumenti delle tariffe autostradali scattano nel Nordest, mentre restano congelati nel resto d’Italia. 

 


pubblicata il 03 gennaio 2019

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