Una rielezione per bloccare i giochini

20 aprile 2013

"Dobbiamo ringraziare il presidente Napolitano perché, mettendosi nuovamente a servizio dell'Italia in un momento così drammatico, ha fermato le irresponsabili manovre di palazzo di vecchie nomenclature e di nuovi ‘capipopolo', che, approfittando degli errori della dirigenza del Pd, hanno messo in questi giorni i loro interessi di parte davanti a quelli dell'Italia. In particolare Beppe Grillo che, per destabilizzare la democrazia rappresentativa, non ha avuto remore a strumentalizzare una candidatura autorevole come quella di Rodotà per far saltare la forza politica maggioritaria, ovvero il Partito Democratico, in un momento in cui il Paese stremato ha bisogno di unità e non di populismo". Lo afferma Simonetta Rubinato, parlamentare Pd commentando la rielezione di Giorgio Napolitano alla sesta votazione del Parlamento.

"Quando giovedì pomeriggio, dopo la bocciatura di Marini, avevo proposto il reincarico a Napolitano, presagendo che la situazione si stava incancrenendo all'interno del Pd e che difficilmente si sarebbe trovata un'ampia condivisione su un altro candidato, - confida Rubinato - in molti mi avevano presa per sprovveduta o addirittura matta. Non era difficile in fondo fare una tale previsione, bastava non guardare al proprio ombelico ma all'interesse nazionale. Napolitano è l'unica personalità che può condurci fuori dallo stallo, inducendo le forze politiche a formare un Governo che approvi una nuova legge elettorale, alcuni provvedimenti urgenti per l'economia ed il lavoro e ci conduca ad un nuovo voto in un clima più sereno".

"In questi giorni - osserva la parlamentare - abbiamo visto Grillo candidare Rodotà, dopo che lui stesso lo avevo indicato come esempio della casta, strumentalizzando delle quirinarie cui hanno partecipato 48 mila votanti, dimenticando che gli aventi diritto al voto in Italia sono oltre 50 milioni. In realtà la sua è stata una mossa tattica per far esplodere le contraddizioni interne al Pd. E purtroppo ci è riuscito. La gravità di quanto accaduto nel nostro partito impone una seria verifica al nostro interno e l'assunzione delle responsabilità che abbiamo verso gli elettori come forza maggioritaria in Parlamento, ma non nel Paese".

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pubblicata il 20 aprile 2013

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