La parlamentare veneta proprio in questi giorni ha depositato alla Camera una sua proposta di legge con la quale chiede di sostituire quello che il ministro Tremonti ha definito lo ‘shopping fiscale' in Italia a favore di imprese europee con un regime fiscale di attrazione delle imprese, sia italiane che straniere, che investono in nuove attività ad alto contenuto innovativo e tecnologico insediate nel territorio nazionale. "E' ora di uscire dalla politica degli annunci - spiega - perché chi investe nell'innovazione e ricerca deve avere un vantaggio subito, come prevede la mia proposta di legge che esclude dall'imponibile il capitale investito nel patrimonio netto di una nuova attività innovativa".
La proposta prevede l'esclusione dall'imposizione sul reddito d'impresa dell'intero investimento nel patrimonio netto di aziende innovative nella fase iniziale di attività (start-up), purché queste siano costituite da meno di 5 anni e a condizione che realizzino, sviluppino e applichino il frutto di una ricerca o di un'innovazione, ovvero piani di sviluppo tecnologici o progetti di ricerca, mentre viene soppresso l'art. 41 del DL 78/2010 che introduce un regime fiscale di attrazione degli investitori europei in Italia, creando però una disparità di trattamento a sfavore delle aziende italiane.
Il disegno di legge prevede inoltre che, se l'investimento va a buon fine, una percentuale degli utili sia destinata ad alimentare un fondo comune per finanziare altre aziende start up innovative. "In questo modo si crea un circolo virtuoso - conclude l'on. Rubinato - attuando un principio di sussidiarietà sociale dell'impresa".
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF (135 KB)