"Nel 2007 - ricorda - con il Governo Prodi fummo noi ad approvare un rilevante riforma del vitalizio, portandolo ai 65 anni, eliminando la possibilità di riscatto dei contributi non versati e mettendo dei tetti massimi in proporzione agli anni di versamenti. Oggi però questa riforma non basta più: non possiamo chiedere alle persone di fare sacrifici, tanto meno di andare in pensione più tardi, se prima di tutto non aboliamo il privilegio del vitalizio, sostituendolo con il sistema contributivo. Ogni parlamentare verserà così durante il mandato i contributi necessari per aver diritto al raggiungimento della normale età pensionabile ad una pensione commisurata ai versamenti effettuati come qualsiasi altro lavoratore".
Considerato inoltre che le Camere versano ai parlamentari che hanno cessato il mandato ben 238 milioni l'anno in vitalizi, secondo l'on. Rubinato "occorre altresì disporre per motivi di equità il divieto di cumulo dei vitalizi regionale e parlamentare e un contributo di solidarietà a carico degli stessi di almeno il 10% da destinare ad un fondo integrativo per la previdenza dei giovani in situazione di precarietà lavorativa".