Scuola, con costo standard per studente lo Stato potrebbe risparmiare fino a 17 miliardi di euro

23 ottobre 2015

Il futuro del sistema scolastico integrato in Italia passa per l’applicazione del costo standard per studente. Un sistema di finanziamento pubblico analogo a quello adottato nel settore sanitario (accreditamento), un modo innovativo per garantire il funzionamento delle scuole pubbliche, statali e paritarie, secondo modello sostenibile sia sul piano della qualità formativa che sul piano finanziario. “Quello che da tempo vado sostenendo, anche attraverso la predisposizione di un progetto di legge da depositare in Parlamento – spiega Simonetta Rubinato, parlamentare PD in Commissione Bilancio della Camera – trova ora conferma nel volume che suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche e ricercatrice, Marco Grumo, docente di economia aziendale dell’Università Cattolica di Milano e Maria Chiara Parola, commercialista ed esperta contabile, hanno dato alle stampe dimostrando con dati alla mano come sia possibile, in un quadro unitario e rigoroso quanto agli sprechi, riequilibrare i costi, senza però cedere sulla qualità del servizio erogato agli studenti, per raggiungere quell’obiettivo già realizzato nel resto dell’Europa: il diritto alla libertà di scelta educativa”.

Secondo l’on. Rubinato la pubblicazione “Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato” dimostra con dati certi e dettagliati come, grazie all’applicazione del costo standard di sostenibilità, lo Stato potrebbe risparmiare da 5 sino a 17 miliardi. “E garantire, finalmente, un sistema di istruzione nazionale davvero plurale e di qualità, fatto da scuole statali e paritarie a cui le famiglie scelgono di iscrivere i propri figli. Alla vigilia dell’esame della Stabilità 2016 si tratta di un contributo che andrebbe esaminato con attenzione da parte di Governo e Parlamento” conclude la parlamentare. 

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pubblicata il 23 ottobre 2015

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