Nelle scuole venete mancano docenti Pressing sul ministro - La Tribuna di Treviso

10 agosto 2015

Pagina 5, Attualità

VENEZIA Ad un mese dall'avvio del nuovo anno scolastico, il Veneto sconta una sensibile carenza di personale docente aggiuntivo, circostanza che impedirà di accogliere le crescenti richieste di aumento delle sezioni della scuola d'infanzia pubblica, alimentate dalle ripetute chiusure degli istituti paritari, penalizzati dalla riduzione dei finanziamenti e dai ritardi nella loro erogazione. In particolare, a fronte di 4255 insegnanti complessivamente assegnati dal ministero dell'Istruzione, il sistema scolastico veneto ne ha ricevuti 150 (a fronte degli oltre 700 di Lombardia ed Emilia-Romagna e dei 500 concessi a Sicilia e Piemonte) appena il 3,5% della dotazione nazionale. Una cinquantina di cattedre in meno rispetto al «fabbisogno minimo per fronteggiare le esigenze insopprimibili» indicato dall'Ufficio scolastico regionale, che fissa invece in 382 unità la quota necessaria a garantire lo sdoppiamento delle classi e la prosecuzione dei corsi riservati all'istruzione adulta. La sperequazione balza agli occhi ed è al centro di un braccio di ferro tra il dicastero e l'assessore regionale: «Ci trattano come figli di un dio minore, dimenticati alla periferia dell'impero», protesta Elena Donazzan; e chiede l'accesso agli atti ministeriali per valutare quali criteri abbiano dettato la scelta romana. Tant'è. Il problema è scottante e la lista d'attesa di bambini che hanno compiuto i tre anni rischia di assumere dimensioni anomale. Così le parlamentari venete del Pd Simonetta Rubinato e Alessia Rotta hanno investito della questione il ministro Stefania Giannini, destinataria di una lettera che ricapitola i termini della vicenda e sollecita rapidi provvedimenti correttivi. «Al di là delle strumentalizzazioni politiche, resta il fatto che l'assegnazione al Veneto risulta penalizzante e presto potremmo trovarci di fronte ad una criticità sociale che coinvolge migliaia di famiglie, perciò siamo a chiedere di intervenire con urgenza», scrivono le deputate; che segnalano «la prospettiva concreta di non garantire il regolare avvio dell’anno scolastico e di creare forte allarme e proteste di genitori e amministratori locali. Preoccupazioni che ci vengono già rappresentate da sindaci, associazioni e rappresentanti del mondo scolastico locale». Nota di particolare disagio per l’infanzia, dove si profila «una dispersione scolastica fin qui sconosciuta in una regione che da decenni assicurava la copertura pressoché integrale del servizio. Dispersione che interessa soprattutto la fascia più povera della nostra popolazione». Filippo Tosatto

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pubblicata il 10 agosto 2015

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