Quinto, emergenza profughi: clima esasperato, serve inversione di rotta

20 luglio 2015

Quanto è accaduto a Quinto è l'esito di un clima esasperato creatosi tra i cittadini sia perché il prefetto non ha saputo governare in modo adeguato l'accoglienza, sia perché il Presidente della Regione e alcuni amministratori locali si sono rifiutati in questi mesi di collaborare, strumentalizzando la situazione sui media a fini di consenso politico, alimentando così il senso di preoccupazione ed insicurezza nei cittadini più deboli e sensibili.

Mi viene da pensare che qualcuno è arrivato dove voleva, scatenando la guerra tra i poveri. Ma si sta rischiando che la bomba esploda in mano a tutti: mi auguro quindi che quanto è successo faccia rinsavire tutti coloro che ad ogni livello hanno responsabilità di governo. I cittadini non hanno bisogno di Istituzioni che si fanno la guerra tra loro, ma che collaborano per risolvere i problemi. Creare dei ghetti, come a Quinto, è sbagliato.

Serve una immediata correzione di rotta e su questo ho pronta una interrogazione al Ministro degli interni.
 Già il 7 luglio scorso avevo lanciato l'allarme con un comunicato (clicca qui) dopo la collocazione di un certo numero di profughi da parte della prefettura in siti del tutto inadeguati, quali prima la caserma Salsa e poi la stazione ferroviaria di Treviso. Domenica 5 luglio, infatti, avevo fatto visita al dormitorio di Sant'Angelo e all'ex dogana insieme al vicesindaco di Treviso, Roberto Grigoletto, e avuto un colloquio con don Davide Schiavon, direttore della Caritas Tarvisina, tra le associazioni del Terzo Settore più impegnate a tamponare le falle del sistema istituzionale.

Lo scorso 20 luglio ho quindi presentato un'interrogazione al ministro Alfano, chiedendo se e quali iniziative urgenti, anche sul piano normativo, il Governo intenda adottare per fronteggiare l'emergenza in atto nella regione Veneto ed in particolare nella provincia di Treviso, per prevenire ulteriori episodi di disordine e violenza, al fine da un lato di mettere i comuni e le associazioni del terzo settore che ospitano i migranti nelle condizioni effettive di offrire un'accoglienza dignitosa a quanti fuggono da guerre e persecuzioni, approntando piccoli hub provinciali funzionali alla successiva accoglienza diffusa con percorsi di concreta integrazione attraverso attività di formazione e lavori socialmente utili, e dall'altro di velocizzare i tempi di esame e risposta alle richieste di protezione internazionale in modo da procedere in tempi sostenibili al rimpatrio di chi risulta non averne diritto (clicca qui per leggere il testo completo dell'interrogazione).


pubblicata il 20 luglio 2015

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