Il grido di allarme dei nostri produttori di latte

01 marzo 2016

Su invito del sindaco di Carbonera Gabriele Mattiuzzo, il 29 febbraio scorso ho incontrato un gruppo di produttori di latte del trevigiano che mi hanno testimoniato le gravi difficoltà in cui versano le loro aziende, costretti a lavorare in perdita costante visto che un litro di latte viene pagato al di sotto dei 36 cent. contro un costo di produzione di 46 cent. Una situazione insostenibile aggravata dalla concorrenza straniera, da cui l'Italia importa latte per il 40% del fabbisogno nazionale anche al prezzo di 22-24 cent. al litro, oltre che dall'embargo russo sui formaggi nazionali e dallo scarso sostegno alla zootecnia da parte della Regione Veneto, concentrata quasi esclusivamente su altre produzioni quali il prosecco ed il radicchio. Questi piccoli imprenditori agricoli continuano con fatica a portare avanti le proprie attività, con bilanci in perdita, senza una remunerazione minima del proprio lavoro adeguata ai bisogni della propria famiglia, esposti con istituti di credito. Sono scoraggiati e taluni ormai ai limiti della disperazione. Mi sono impegnata con loro per sensibilizzare i colleghi della Commissione Agricoltura ed il Ministro Martina affinché le Istituzioni e le associazioni di categoria non rimangano inermi di fronte a questo dramma sociale e dell'economia del nostro territorio. Su questo mi ha intervistata ReteVeneta, tramite la quale ho chiesto all'assessore regionale del Veneto di attivarsi sull'esempio della vicina Lombardia per promuovere anche nella nostra Regione il concreto avvio delle Organizzazioni dei produttori, strumento fondamentale di aggregazione degli allevatori per poter contrattare sul prezzo del latte con l’industria e la distribuzione (ecco il link all'intervista: https://youtu.be/Zo8hwCgaXZg).

Nel frattempo, al Consiglio dei ministri dell’agricoltura tenutosi il 14 marzo scorso, il ministro Martina ha portato in sede europea la voce degli allevatori italiani presentando al tavolo degli obiettivi specifici: il rafforzamento delle norme sull’etichettatura del latte e prodotti lattiero-caseari, il raddoppio degli aiuti in regime de minimis per tre anni agli allevatori, il rafforzamento delle norme sui contratti e il sostegno ai consumi e all'export lattiero-caseario (ecco il link all’intervista alla vigilia del Consiglio europeo: https://www.facebook.com/simonetta.rubinato/videos/1673885675961267/). Purtroppo i primi riscontri non sono incoraggianti, manca infatti una visione strategica europea su come affrontare concretamente e in misura strutturale la questione lattiero casearia.

Purtroppo i primi riscontri non sono incoraggianti, manca infatti una visione strategica europea su come affrontare concretamente e in misura strutturale la questione lattiero casearia. Non possiamo tuttavia demordere: bisogna trovare delle soluzioni, sia per far fronte all'emergenza di queste aziende familiari, sia in via strutturale. Mi sento impegnata nei confronti di queste persone a fare quanto possibile per sollecitare il Governo e i colleghi della Commissione Agricoltura. Per questo sto approfondendo con il Servizio Studi della Camera la normativa in vigore e gli strumenti a disposizione, in particolare per capire perché non sia data attuazione dall’industria di trasformazione alle norme per la tutela contrattuale dei produttori di latte stabilite dal Decreto Legge 24 giugno 2014, n. 91 (c.d. decreto crescita) convertito con la Legge di conversione 11 agosto 2014, n. 116.


pubblicata il 01 marzo 2016

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