Alfano frena il prefetto «Non requisiremo case ma i sindaci collaborino» - Corriere del Veneto

23 febbraio 2016

Pagina 2, Primopiano

VENEZIA Com’è duro il mestiere di prefetto, al tempo dell’emergenza profughi. Soprattutto a Treviso. Sette mesi dopo, siamo di nuovo lì. Lì a Palazzo della Signoria, dove chi rappresenta il governo nella Marca prima cerca di trovare una soluzione che vada bene a tutti, ma poi di fronte alle barricate decide di provare a forzare. Allora Maria Augusta Marrosu finì per rimetterci il posto su ordine del premier Matteo Renzi, adesso Laura Lega deve mandare giù la (mezza) smentita del ministro Angelino Alfano, che corregge appunto la linea sull’ipotesi di requisire le case sfitte e tuttavia difende la dipendente del ministero dell’Interno dall’ostilità del Carroccio. 
Ieri mattina Alfano è intervenuto al programma L a Telefonata su Canale 5. «Il prefetto - ha rimarcato - non ha mai detto che bisogna requisire gli alloggi sfitti». Per la verità il concetto era stato ipotizzato da Lega come estremo rimedio. Comunque sia per il numero uno del Viminale questa misura non dovrà essere adottata: «Noi non abbiamo mai valutato questa ipotesi di requisire le case sfitte, abbiamo il dovere di risolvere il problema e di dire che il problema lo creano i Comuni che dicono di no, non certo il prefetto di Treviso». Nella ricostruzione ministeriale, dunque, Lega (Laura) ha semmai il problema della Lega (Nord): «Il prefetto ha un tema: come regolarsi con i Comuni che dicono di no. Punire quelli che sono più accoglienti? Invito i Comuni che hanno detto di no a rifletterci, perché sono loro che creano una disorganizzazione nel sistema: se ci fosse la loro partecipazione, le quote sarebbero davvero poca cosa». 
In città le parole del prefetto Lega erano già state ridimensionate. Ma sempre ieri il sindaco dem Giovanni Manildo, che l’ha incontrata per un chiarimento, ha voluto ribadirlo: «L’espressione usata dal prefetto è stata infelice e travisata, ha detto di non voler arrivare a tanto ma assicuro che a Treviso non si farà alcuna requisizione di case sfitte. La discussione di venerdì in prefettura è stata positiva per il contributo di cinquanta sindaci che vogliono costruire insieme una rete di accoglienza diffusa sul territorio». Altri venti però venerdì prossimo parteciperanno ad una fiaccolata contro l’apertura di un centro di ospitalità ad Onè di Fonte. Per questo le precisazioni di Alfano hanno fatto gongolare il governatore Luca Zaia: «La partita è chiusa. Evidentemente avevamo ragione noi a dire che è illegale pensare di confiscare i beni ai cittadini. Sarebbe la fine della democrazia una situazione in cui prima ti dicono che se ti entra qualcuno in casa non puoi sparare e poi ti annunciano che ti portano via la casa per darla agli immigrati. Per fortuna non è così». Nel dubbio Massimo Bitonci, primo cittadino leghista di Padova, ha già mandato un messaggio di preavviso a Palazzo Santo Stefano: «Chiedo al prefetto Patrizia Impresa se non stia pensando, come la collega di Treviso, di requisire le case per darle ai cosiddetti profughi. In attesa di un chiarimento, annuncio che impedirò, con tutte le mie forze, che una soluzione del genere sia anche lontanamente presa in considerazione». Promessa a cui ha fatto seguito un polemico invito alla rappresentante territoriale del governo: «Invece di sprecare tempo e risorse per dare servizi a persone che, dopo i controlli, si rivelano, per la gran parte, semplici clandestini, se non spacciatori o sfruttatori di donne, si occupi dei problemi dei padovani». 
Ma per Pd e Udc i leghisti stanno strumentalizzando la questione. «Finché la Lega continuerà a cavalcare l’emergenza migranti, impedirà al Veneto di avere quell’autorevolezza necessaria per esigere dal governo maggiori certezze, anche in termini di modifiche normative, che garantiscano il bene delle nostre comunità», ha commentato la deputata Simonetta Rubinato.«È evidente a tutti, anche a un bambino di cinque anni, che la Lega ha fatto solo polemiche basate sul nulla», ha aggiunto il senatore Antonio De Poli. 
Angela Pederiva
Silvia Madiotto

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pubblicata il 23 febbraio 2016

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