Rubinato non ha dubbi: «Era la terapia più giusta»

06 febbraio 2015

Pagina II, Primopiano

BELLUNO - (dt) L'autonomia come cura del mal d'indipendenza. E l'autonomia del Veneto come ricostituente per la specificità di Belluno. Anche se qualcuno non ci crede. La terapia è (o meglio, era) quella di Simonetta Rubinato, senatrice del Pd. Lo stesso Pd che a Montecitorio (il 27 gennaio) ha bocciato i suoi emendamenti alla riforma del Titolo V della Costituzione. E che di fatto ha tolto al Bellunese anche l'ultima speranza di una qualsiasi forma di specificità.

Tutto, però, parte dal Veneto. E gli emendamenti proposti dalla senatrice del Pd andavano proprio in questa direzione: garantire al Veneto più ampi spazi di manovra, visto che la revisione della Costituzione sta costringendo sempre più le Regioni ordinarie in una visione centralista. Se il Veneto è più "libero" da Roma dal punto di vista normativo e finanziario, può accordare a Belluno la specificità. Altrimenti, "niet". Il ragionamento non fa una piega. «Belluno soffre la concorrenza e la vicinanza con Trento e Bolzano - spiega Rubinato -. È come una Ferrari costretta a correre con le ruote di un'utilitaria. Ecco perché bisogna garantire al Bellunese strumenti adeguati. Ma bisogna farlo a partire dal Veneto: la specificità di Belluno può esistere solo all'interno di un Veneto con più autonomia. La regione è in sofferenza e le spinte indipendentiste sono la febbre che rivela un disagio forte. L'autonomia, non l'indipendenza, può essere l'antipiretico per far scendere la febbre».

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pubblicata il 06 febbraio 2015

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