Rubinato: «Autonomia concretezza e merito» - La Tribuna di Treviso

26 novembre 2014

Pagina 10, Regione

di Claudio Baccarin wPADOVA «Onorevole Simonetta Rubinato, perché domenica dovrei votare per lei?». La domanda della lettrice Emma Tiozzo va al cuore della questione Primarie del centrosinistra, che domenica sceglie il candidato governatore da contrapporre a Luca Zaia. E la parlamentare del Pd, ieri ospite della nostra redazione per un videoforum, (in diretta sul sito del giornale)non si sottrae al confronto con i giornalisti Giorgio Sbrissa, Enrico Pucci, Claudio Malfitano e Claudio Baccarin. «La lettrice», risponde l’onorevole Rubinato, trevigiana, già sindaco di Roncade dal 2004 al 2014, «deve votare per me perché io ci credo, perché ho voluto fortemente le Primarie. I cittadini non devono pensare che i giochi siano già fatti. Si devono cogliere le differenze tra i candidati. Anche il metodo è importante: io mi sono candidata con grande libertà, sono sostenuta dalla base e da tanti cittadini. Metto in gioco la mia esperienza di amministratore e di parlamentare. Il Veneto è una regione isolata, ha poco prestigio, c’è bisogno di grande collaborazione con il governo nazionale». Ma c’è davvero domenica, come suggerisce il lettore Angelo Rinaldi, il rischio di un elevato astensionismo? «La disaffezione c’è. Le Primarie hanno valore se i giochi non sono già fatti. Il dato sull’astensionismo, che arriva dall’Emilia-Romagna, non è un fenomeno secondario. I partiti devono cambiare, ma non devono diventare dei comitati elettorali. Certo, c’è stato troppo poco tempo, tra la data della presentazione delle firme, fissata al 17 novembre, e quella del voto, stabilita per il 30 novembre, per presentare compiutamente i programmi ai cittadini». Joy Juliani anticipa che voterà solo chi sosterrà la scuola pubblica. «La scuola è pubblica», argomenta senza esitazioni la candidata Rubinato, «e deve essere accessibile a tutti. Un mio tema di battaglia è l’autonomia per incidere di più sulla scuola e chiedere che rientri tra le materie indicate dall’articolo 116 della Costituzione». Ma una scuola regionale non rischia di essere pericolosa? E poi, dietro l’astensione di massa non c’è il rischio di un vero e proprio scollamento della società civile? «Faccio un esempio, prendendo due materie come la sanità e la giustizia: una di competenza regionale, l’altra statale. È chiaro che non dobbiamo andare per estremi, giudicando tutto buono quello che è vicino al territorio. Il valore di riferimento dev’essere l’adeguatezza. Noi siamo in terra leghista, dobbiamo trovare la giusta misura dell’autonomia responsabile. Nel Friuli-Venezia Giulia c’è un’agenzia con finanziamenti pubblici che valorizza la lingua friulana. In Veneto abbiamo la tradizione di Goldoni che va rivalutata: una cosa è la cultura, un’altra il becero localismo. Quanto al pericolo di uno scollamento della società civile, siamo in un periodo di crisi, assistiamo a episodi di guerra tra poveri. Per fortuna, però, in Veneto non abbiamo mai visto episodi come quelli accaduti nelle ultime settimane nelle periferie di Roma. Io credo che da questa situazione si possa uscire, in primo luogo, con il recupero della credibilità delle istituzioni». L’elettore che domenica intende andare a votare alle Primarie si chiederà però chi sia più renziana tra Simonetta Rubinato e Alessandra Moretti, oppure chi, tra le due, sia più di sinistra. «Io credo di poter dire», continua l’onorevole Rubinato, «che si sicuro il lavoro è un valore. Mi ha molto colpito l’esperienza di un gruppo di lavoratori della Zanardi che hanno deciso di unire le forze per mandare andare avanti la loro azienda. Più che di parlare di destra o di sinistra, ritengo che dobbiamo riscoprire l’articolo 3 della Costituzione. Bisogna rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’eguaglianza tra i cittadini. Senza parità tra i cittadini non c’è l’ascensore sociale. Dobbiamo dare alle persone capaci la possibilità di cambiare il Paese. C’è bisogno di una grande alleanza tra merito e bisogno. Tanto più in un momento in cui non si può più fare spesa pubblica a scapito delle nuove generazioni». Ma allora chi è più di sinistra? «Come storia politica io non nasco a sinistra, ma penso di aver detto una cosa più di sinistra della mia avversaria. Non si capisce come si possa puntare a vincere alleandosi con il Nuovo centrodestra, che fa parte della maggioranza che sta governando il Veneto. Nel mio Comune io sono diventata sindaco rivolgendomi direttamente ai cittadini e magari ottenendo il voto di quelle persone che, nello stesso giorno, per un’altra elezione, hanno scelto il centrodestra. Ecco, non metto limiti a un buon programma di governo. E i miei primi interlocutori sono i cittadini». D’obbligo una domanda su Ladylike, ovvero la bellezza come valore aggiunto della politica: un concetto che ha procurato ad Alessandra Moretti valanghe di commenti negativi. «Io credo che la cura della persona», commenta la candidata Rubinato, «siamo una bella cosa. Viceversa l’esibizione rischia di non essere capita e, anzi di essere fraintesa. L’avvenenza non è un requisito fondamentale. Non interessa ai cittadini quante volte andiamo dall’estetista, specie nel momento in cui i cittadini devono garantirsi il buono pasto e i soldi per il riscaldamento. Insomma, la dichiarazione di Alessandra non è stata il massimo». Ultimo appello ai cittadini. «Domenica hanno la possibilità di cambiare le cose. Io li invito a conoscere i candidati e la loro storia. Quanto a me garantisco che ci metterò passione e che ho voglia di lavorare per questa Regione».

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pubblicata il 26 novembre 2014

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