Pd, online nuovo Taccuino di AmiciDem con interventi di Chiamparino, Rubinato, Valiante - Il Velino

21 gennaio 2015

“Le riforme del Pd cambiano l’Italia” è il titolo del nuovo “Taccuino” di AmiciDem, area popolare e della sinistra riformatrice del Pd. Il paper digitale è il secondo numero della collana, diretta da Giuseppe Fioroni e Luciano Agostini, pensata per divulgare temi di attualità tra militanti, elettori e opinione pubblica, presenta i contenuti delle riforme istituzionali e gli interventi di Simonetta Rubinato (deputata veneta del Pd), Sergio Chiamparino (presidente della regione Piemonte) e Simone Valiante (portavoce di AmiciDem). Nella pubblicazione, Valiante sottolinea: “La necessità di fare riforme in tempi certi nasce solo e soltanto dalla consapevolezza che fare le riforme, presto e bene, è indispensabile per recuperare credibilità tra i cittadini e nelle Istituzioni internazionali, a partire da quell’Europa alla quale vogliamo far cambiare verso, per andare oltre l’austerità e il rigore. Per chiedere all’Europa di cambiare dobbiamo dimostrare, infatti, di essere cambiati noi e di voler continuare a cambiare. È l’insegnamento anche del campione del riformismo che può vantare il partito democratico, il presidente Giorgio Napolitano, cui dedichiamo anche questa edizione dei Taccuini. Lui che, come abbiamo detto recentemente, meriterebbe di ricevere il Nobel per la Politica, ci insegna il valore di un riformismo autentico, genuino, coraggioso ma sempre condotto a servizio del popolo, coniugato con esso. Il tempo dei buoni propositi ormai è scaduto. C’è solo da rimboccarsi le maniche e portare a casa risultati”.

Per Simonetta Rubinato, occorrerà presto affrontare la questione delle autonomie locali: “la soluzione è rafforzare il regionalismo differenziato di cui parla, tra gli altri, il professor Cassese”. Secondo la parlamentare veneta del partito democratico, infatti, “Non vi è nessuna garanzia che dal centro si gestisca in modo più efficiente una competenza: lo dimostra chiaramente il raffronto tra la sanità (che gestita dalle regioni è tra le migliori al mondo) e quello della giustizia (gestita dallo Stato con risultati quasi fallimentari nei confronti internazionali). Quello di cui abbiamo bisogno è piuttosto riprendere un serio percorso autonomistico, perché un assetto regionalista è l'ordinamento più consono ad una comunità politica organizzata nell'ambito di un processo di integrazione europea e di un sistema di economia internazionalizzata nel quale i compiti dello Stato crescono sul versante esterno delle negoziazioni internazionali ed europee e si riducono su quello interno, dove prevalentemente dovrebbero essere volti alla funzione perequativa tra territori e di monitoraggio del rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni, con possibili poteri sostitutivi”. Chiamparino sottolinea un pregio della riforma voluta dal premier Renzi e dal ministro Boschi: “L’attuale riforma ha dunque il merito di suddividere le materie attribuendole in modo puntuale a uno o all’altro dei due livelli. Resta però il fatto – prosegue il governatore del Piemonte – che molte materie, come Sanità o Ambiente, ma anche le Infrastrutture con il loro impatto sul territorio, ancorché attribuite in modo esclusivo alle Regioni non possono essere considerate come compartimenti stagni. Il punto di vista prevalente deve essere infatti quello dell’interesse dei cittadini e dell’efficacia dei servizi collegati ad una data materia, non quello di una lotta fra poteri dello Stato”.

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pubblicata il 21 gennaio 2015

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