Le maestre alla Regione: i soldi o perdiamo il posto - La Tribuna di Treviso

02 settembre 2015

Pagina 15, Primo Piano

di Andrea De Polo Delle 1.200 maestre d’asilo delle scuole paritarie della Marca sedute ieri sulle gradinate della Zoppas Arena di Conegliano per il tradizionale convegno di inizio anno della Fism, almeno duecento sono finite in cassa integrazione nell’ultimo anno. Ma quasi tutte hanno dovuto fare i conti con riduzioni di orario, sacrifici, massima flessibilità. Per alcune di loro, lo spettro è la chiusura della scuola in cui lavorano e la perdita del posto. Le scuole materne paritarie, nidi compresi, sono in crisi: sul futuro di insegnanti, bambini e famiglie pesano il calo delle nascite, la crisi economica ma soprattutto la voragine di debiti accumulati negli ultimi due anni dalla Regione Veneto. Soldi che le scuole utilizzano per tutte le spese correnti, stipendi compresi, e che continuano a non arrivare. In Veneto, sono 63 milioni di euro: per le materne e i nidi della Marca trevigiana, la somma si aggira sui 14 milioni di euro. I vertici della Fism cercano però di difendere l’operato della Regione: «Hanno promesso che pagheranno a breve». Più dura invece Simonetta Rubinato, parlamentare del Pd, presente ieri mattina a Conegliano: «Roma paga, Venezia no». Se molte scuole non hanno ancora chiuso i battenti, in effetti, è perché nei mesi scorsi il ministero dell’Università e della Ricerca ha stanziato la propria parte di contributi relativa al 2015, anno a partire dal quale l’erogazione può essere diretta, senza passare per le Regioni. Il contributo del Miur 2014, invece, è stato stanziato, ma al momento è ancora fermo a Venezia (circa 25 milioni di euro). Da parte sua, la Regione Veneto ha nella lista dei debiti 21 milioni per gli asili nidi del 2014, 21 milioni per i nidi del 2015 e 21 milioni per le materne del 2015. Sono più di 60 mila euro, in media, per ciascuna delle 234 scuole dell’infanzia della Provincia di Treviso, costrette negli ultimi mesi a sopravvivere con la vendita delle torte da parte dei genitori, le recite per la raccolta fondi, le offerte “tre bambini al costo di due”. «Entro fine settembre ci aspettiamo la liquidazione di almeno il 50 per cento del contributo nidi 2014», spiega Stefano Cecchin, presidente Fism Veneto, «i contatti con Zaia e i suoi assessori sono costanti, ci fidiamo di quello che hanno promesso. Perché non hanno pagato finora? Ci è stato detto che non avevano disponibilità di cassa». «I soldi stanno arrivando, finora c’è stato qualche intoppo burocratico», assicura anche Stefano Grando, a capo di Fism Treviso. «La cassa integrazione, che l’anno scorso ha coinvolto una ventina di scuole, ora sembra un po’ calmata. La crisi è dovuta anche al calo demografico: gli immigrati non sono così tanti da coprire il crollo registrato nei battesimi. A soffrire sono soprattutto le scuole di paese, in città va un po’ meglio». Chi è meno tenero con la giunta di Zaia è la senatrice Rubinato: «I soldi relativi al 2014 la Regione li ha già ricevuti dal Miur, ma non li ha erogati. Ci sono davvero problemi di cassa? Bene, si faccia un piano di rateizzazione, ne va della sopravvivenza di queste scuole. I contributi del 2015 già stanziati dal Ministero sono quelli che hanno dato un po’ di respiro». Nella crisi, tuttavia, le scuole di Marca – per ora – resistono. Il calo c’è, ma contenuto: le scuole dell’infanzia paritarie (gestite quasi tutte dalle parrocchie, ma anche da Ipab e fondazioni) in Provincia di Treviso erano 245 nel 2011, sono 234 all’avvio di quest’anno scolastico (oggi primo giorno di asilo in molti Comuni). Gli alunni sono passati dai 19.453 dell’anno scolastico 2010/2011, ai 17.535 di oggi. Il convegno delle maestre di ieri, con la benedizione del vescovo Corrado Pizziolo, è l’inizio ufficiale di un altro anno di scuola.

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pubblicata il 02 settembre 2015

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