In Manovra un fondo per le vittime dei crac - La tribuna di Treviso

11 novembre 2017

Pagina 14, Economia

di Eleonora Vallin

PADOVA All'indomani della visita di Matteo Renzi in regione, quattro parlamentari veneti Pd presentano in aula un emendamento alla manovra per istituire un «fondo per le vittime di reati finanziari». Impegno preso dalla maggioranza di governo, verso i risparmiatori ex Bpvi e Veneto Banca, lo scorso 13 luglio e oggi rispettato. Il primo firmatario è Giorgio Santini, capogruppo Pd in Commissione Bilancio del Senato. Con lui i senatori dem Puppato, Filippin, Dalla Zuanna e tre membri dell'opposizione: Bellot (Gruppo Misto), Conte e Dalla Tor (Ap-Cpe-Ncd). «Abbiamo condiviso l'emendamento con tutti i parlamentari veneti - spiega Santini - ci aspettiamo un allineamento anche dalle altre forze politiche non firmatarie». Il M5S ha già in tasca l'emendamento «Cappelletti». Ma lo stesso Pd, alla Camera, «è pronto - dice Simonetta Rubinato - a integrare e migliorare questi prima bozza di norma». Il fondo e la dote. Secondo il testo presentato dal Pd (art. 96 bis) il fondo è destinato a «favore di coloro che hanno subito danni a seguito di situazioni di crisi del sistema creditizio». La dote iniziale copre il triennio 2018-2020 con modalità «definite con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze».Il Pd propone di utilizzare le risorse del fondo istituito dalla Finanziaria Tremonti nel 2005 «per le vittime di frodi finanziarie» (riferito al crac Parmalat e bond argentini) alimentato da conti correnti e rapporti bancari dormienti, ovvero non movimentati da almeno 10 anni. «L'ultima certificazione del Tesoro parla di 2 miliardi di fondi dormienti» dice Santini. A questo "gruzzolo", dice il Pd, compartecipano anche il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi con 50 milioni per anno, dal 2018 al 2020, più una «quota parte delle entrate dovute alla cessione degli npl degli istituti di credito veneto posti in liquidazione». «Noi siamo dell'idea che dovrebbero essere le banche a pagare per gli errori commessi dalle banche - spiega Federico D'Incà, parlamentare cinquestelle -. I conti dormienti vengono utilizzati anche per altre coperture all'interno della Finanza del Paese. Lo stato non deve mettere altri soldi, ma bisogna partire da coperture oltre il miliardo altrimenti stiamo parlando di briciole pre-elettorali». Nell'emendamento Cappelletti il M5S chiede misure di ristoro per 2 miliardi di euro. I destinatari. Per il Pd il fondo «è finalizzato al soddisfacimento, in tutto o in parte e proporzionalmente, dei crediti risarcitori di azionisti e obbligazionisti subordinati delle due banche venete, che abbiano perfezionato l'insinuazione dei propri crediti al passivo e tali siano stati accertati nello stato passivo». A oggi sappiamo, dalle dichiarazioni del liquidatore Fabrizio Viola in Commissione d'inchiesta che hanno fatto domanda di ammissione al passivo 6.200 risparmiatori a Vicenza e 4 mila a Veneto Banca. Il testo dell'emendamento precisa tuttavia che «per il raggiungimento delle finalità può essere istituito presso Cdp un apposito fondo rotativo». Chi decide. Il Pd vuole affidare la gestione del Fondo all'Autorità Nazionale Anti-Corruzione «che si avvarrà di una Commissione etica di conciliazione per definire criteri di valutazione di priorità tra le richieste». «Vanno ben distinti i profili e individuate le vittime di raggiro - spiega Rubinato - deve avere giustizia chi è stato ingannato, soprattutto ora che non c'è più una controparte giudiziaria. Ma ho dubbi che l'Anac sia l'autorità giusta, mi sarei aspettata più l'arbitrato Consob. Ma possiamo ancora migliorare la norma». «Oggi importava inserire il principio per legge e questa è la risposta più giusta che potevamo dare alla situazione che si è creata. D'ora in poi lavoreremo sui dettagli» annuncia il sottosegretario Pier Paolo Baretta. Le reazioni. Soddisfazione dal mondo delle associazioni dei consumatori veneti. «È un primo passo importante, ci auguriamo che l'emendamento venga approvato», ha spiegato l'avvocato Andrea Arman, presidente del Coordinamento Associazioni Soci Banche Popolari Venete "Don Enrico Torta". «Bisogna vedere l'ammontare che sarà destinato all'iniziativa e il perimetro all'interno del quale il fondo sarà attivo, ma la cosa più importante - prosegue il legale - è che viene riconosciuto il diritto a essere tutelati». «La notizia è certamente positiva, è quello che abbiamo proposto da luglio scorso, dopo che Intesa ha preso i due istituti - ha commentato Patrizio Miatello, presidente dell'associazione padovana Ezzelino III da Onara -. Bisogna vedere ora in che modo e in che termini questo fondo va a riparare le vittime, persone che non sono certamente speculatori o venditori incauti. Ci auguriamo che tutta la politica lo confermi».(ha collaborato Nicola Brillo)

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pubblicata il 11 novembre 2017

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