Roma «gela» l'off-shore I cinesi: pronti 800 milioni - Corriere del Veneto

08 luglio 2017

Pagina 7, Cronaca

«Al momento è in corso con il nuovo presidente Pino Musolino un’attività di verifica con il ministero delle Infrastrutture volta a individuare una possibile soluzione». Il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico ha concluso così la sua risposta all’onorevole del Pd Simonetta Rubinato, capofila di un’interpellanza bipartisan che chiedeva al governo lo stato dell’arte sul progetto del terminal off-shore per le merci. Una porta aperta, all’apparenza, se non fosse che Musolino più volte ha manifestato la sua contrarietà al progetto voluto fortemente dal suo predecessore Paolo Costa, che prevede la realizzazione di un terminal a 8 miglia al largo, dove potrebbero arrivare le mega-navi che ora, con i cassoni del Mose, in laguna non possono più entrare: da lì poi le merci giungerebbero al Porto con delle navi speciali, dette Mama Vessel. Bubbico ha ripercorso tutto l’iter del progetto, ricordando le perplessità espresse dal Consiglio superiore dei lavori pubblici e dalla struttura tecnica di missione del ministero, fino alla soluzione individuata a novembre di andare avanti solo con la prima parte del progetto, cioè l’infrastruttura a terra con un terminal container nell’area Montesyndial. Ipotesi gradita anche a Musolino, che immagina invece un «mini-offshore», più economico, con una banchina ad alti fondali a Malamocco. Rubinato ha criticato il presidente del Porto per gli annunci già fatti in varie sedi che sembrano contrastare con quell’attività di verifica ancora in corso riferita da Bubbico. Quanto alle critiche sul progetto, Rubinato ha contestato soprattutto quella sui finanziamenti. «Il colosso CCCC cinese, che ha vinto la gara internazionale per la progettazione - ha detto - ha confermato anche questa mattina, poche ore fa in un incontro che si è tenuto a Pechino, la disponibilità a progettare e investire almeno 800 milioni di euro per la realizzazione del porto d’altura. Questo progetto strategico non può finire su un binario morto per miopie e altri interessi». In Cina, all’incontro, era presente anche Paolo Costa. (a.zo.)

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pubblicata il 08 luglio 2017

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