E nel contratto Salvini-Di Maio 'spunta' l'autonomia...

16 maggio 2018

Mi chiedo: con oltre 2 milioni e mezzo di Veneti che hanno votato per l'autonomia nel referendum del 22 ottobre scorso e il cappotto di parlamentari della Lega lo scorso 4 marzo c’è da meravigliarsi che nella bozza del c.d. contratto di governo fra Lega e M5s ‘spunti’ anche l'impegno a concludere le trattative sull'autonomia tra il Governo e le Regioni attualmente aperte? Doveroso che ci sia, ma mi preoccupa che non si parli di riforma federale dello Stato e quindi di federalismo fiscale. Mi sembra poco ambizioso il riferimento nella bozza al semplice criterio di trasferimento delle risorse alle Regioni in base al decentramento delle competenze. Il rischio è un ulteriore sforamento dei conti pubblici, per accontentare i rispettivi elettorati, al Nord e al Sud. Solo il federalismo vero "chiama a giudizio la burocrazia" dello Stato-apparato, esigendone l'efficienza e pretendendo dagli eletti responsabilità nella gestione della spesa pubblica. Perché impone a chi ha il potere di decidere la spesa anche il dovere di chiedere le relative risorse agli elettori, fornendo così finalmente uno strumento vero di controllo democratico ai contribuenti, oggi sudditi più che cittadini sovrani. I due giovani leader si ricordino che i Veneti (e non solo) stanno aspettando da decenni l'attuazione della riforma dello Stato in senso federale, per avvicinarsi allo standard dei Paesi europei più sviluppati, non certo per uscire dall'euro e dall'Europa. Non è un caso che l'attuazione del federalismo fiscale, oggetto di norme approvate in Parlamento sin dal 1992, sia stata sin qui impedita dal quel centralismo burocratico e fiscale che mira a conservare il proprio potere incurante del declino del Paese e del peso insopportabile già caricato sulle future generazioni.

E nel contratto Salvini-Di Maio spunta l’autonomia (con risorse) - CorrieredelVeneto.it


pubblicata il 16 maggio 2018

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