Grazie Veneti dell'eccezionale giornata di festa per la democrazia

09 novembre 2017

Domenica 22 ottobre scorso è arrivata la spallata dei Veneti, una eccezionale giornata di festa per la democrazia. 
Con l'amico Paolo Pasi, analista politico, abbiamo fatto alcune riflessioni sui numeri.
Sotto il profilo della partecipazione, negli ultimi 20 anni, il referendum sull’autonomia è stato a livello percentuale secondo solo ai due sulla riforma costituzionale (2016 e 2006) e in valore assoluto secondo solo a quello del 2016. Referendum in cui però c'era mobilitazione per il SÌ e per il NO, non per l'astensione.
Quello che colpisce di più è però il fatto che per trovare così tanti Veneti compatti su una scelta si deve tornare addirittura al 1993, per il referendum sul finanziamento ai partiti.
Infatti, se è vero che a dicembre sono andati a votare circa 500.000 elettori in più rispetto allo scorso 22 ottobre, si deve però notare che i NO del dicembre 2016 sono stati 1.756.466 contro i 2.273.985 SÌ del referendum sull’autonomia.
Interessantissimo è poi il confronto con le elezioni degli ultimi anni, e in particolare con le regionali 2015. Per prima cosa la partecipazione è stata leggermente più alta domenica 22 ottobre scorso. E questo è un dato già di per sé clamoroso. Ma colpisce ancora di più che il numero dei SÌ (2.273.985) sia addirittura più alto di tutti i voti espressi per tutte le forze politiche delle coalizioni nel 2015 (2.212.204).
La partecipazione è stata inoltre in linea con quella delle Europee 2014. Ovviamente è stata più bassa che alle Politiche, ma è interessante notare come si sia arrivati molto vicini alla somma dei voti di centrodestra, centrosinistra e cinquestelle.
Tutto ciò dimostra come la partecipazione abbia travalicato le linee dei partiti. Da soli non bastavano i voti del centrodestra e non bastavano nemmeno i voti del NO di dicembre 2016.
Nel PDF dell’Osservatorio Elettorale (clicca qui per leggerlo) è interessante sicuramente la proiezione dell'incidenza degli elettori AIRE che cifra circa un 5% degli aventi diritto al voto, ma che hanno votato solo in una percentuale minima (0,1-0,2%) in quanto non avevano la possibilità di votare all’estero, come era stato consentito invece per il referendum sulla riforma costituzionale del 2016 (se fosse stato così, la percentuale dei votanti sarebbe stata superiore al 60%).
E’ stata quindi davvero una festa di democrazia, contrassegnata dalle file ai seggi nonostante la giornata di cattivo tempo e dai tanti messaggi di stima e testimonianze  che mi sono arrivati, e che mi spingono insieme agli amici del Comitato Veneto Vivo, oggi ancor più di ieri, a continuare nell’impegno per la sfida dell’autonomia, seguendo la complessa partita del negoziato fra il governo regionale e quello nazionale, portando avanti le nostre proposte.
Veneti, grazie! 

pubblicata il 09 novembre 2017

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