Fuga dal Veneto, blitz per fermare Sappada - Corriere del Veneto

09 novembre 2017

Pagina 5, Regione

VENEZIA Rinviato il voto della Camera sul passaggio di Sappada al Friuli, ieri in corner la presidente della Camera Laura Boldrini ha sospeso la discussione e il voto fissati per oggi. Slitta a tutto a martedì prossimo, in attesa che la presidenza di Montecitorio analizzi le implicazioni su di un vizio di forma segnalato ieri mattina da una lettera del presidente del Consiglio Regionale del Veneto Roberto Ciambetti.

Politicamente, la prospettiva di un distacco del Comune dal Veneto ad una manciata di giorni dal voto sull’autonomia ha visto coalizzarsi la Lega, il Pd, Forza Italia e Civici e Innovatori con Domenico Menorello che insieme alla deputata dem Simonetta Rubinato aveva chiesto una sospensione. «Prima si dà risposta al Veneto, poi si parla dei casi particolari», ha detto Menorello. «Al vizio di procedura assai grave si uniscono i dubbi sulla necessità di una legge costituzionale e non ordinaria per il passaggio di un comune da una Regione ordinaria ad una speciale», ha aggiunto Rubinato. E il tema di evitare che il «sì» passasse come uno sgarro alla Lega dopo il referendum dell’autonomia ha fatto il resto. Un mese fa il Senato aveva dato parere favorevole, in piena campagna referendaria, e la Camera aveva già la strada spianata. I deputati e la Regione però hanno trovato il «bug»: palazzo Ferro Fini non si è mai espresso sul passaggio di Sappada al Friuli con una delibera. C’è stata una mozione, anni fa, ma è un atto che ha solo peso politico. Che le cose non si sarebbero messe bene per il trasloco di Sappada lo si era capito già nel primissimo pomeriggio, quando la questione è affiorata in commissione bicamerale per il federalismo fiscale, posta dal presidente Giancarlo Giorgetti con una domanda al governatore Zaia («La Camera vota tra oggi e domani: come vedete la vicenda?»). «Un paio di ore fa, il presidente Ciambetti mi ha informato che ha scritto una lettera alla presidente della Camera Boldrini per evidenziare un vizio di forma», ha risposto Zaia dando la notizia in diretta al Veneto e a Sappada. La conferma del rinvio è arrivata in serata: se ne riparlerà – forse – martedì. «Mi sono limitato a un mero parere tecnico: sollecitato da più parti, e da più esponenti del territorio bellunese come sappadino, ho scritto alla Presidente della Camera che nessun ramo del Parlamento ha chiesto, come prevede la norma, il parere del Consiglio regionale – ha spiegato Ciambetti – Non potevo sottrarmi a un preciso dovere circoscritto ad una valutazione tecnica: la mozione approvata a suo tempo dal Consiglio, per quanto atto di rilevanza politica non ha né valenza né caratteristiche di parere. Non sono bizantinismi, ma distinzioni sostanziali».

Il parere di Montecitorio, insomma era a rischio. La reazione nel Comune che da dieci anni attende il ritorno in terra dove il ladino è di casa, è stata di sconforto. «Siamo messi male – ha affermato Danilo Quinz, leader storico del comitato per il trasferimento amministrativo in Friuli Venezia Giulia – perché il rischio è che la lettera di Ciambetti sia considerata un motivo bastevole per chiedere, martedì prossimo in aula, una sospensiva sull’intera vicenda, in attesa di chiarimenti. Poi scatta la Finanziaria, poi si cambia governo, e chissà se la cosa verrà mai riproposta in Parlamento. Mi sembra un guaio grosso». Secondo Quinz «è probabile che sia in atto una mossa per insabbiare la questione di nuovo e definitivamente. Almeno, questa è la mia impressione. Sinceramente, arrivati a questo punto, non ce lo aspettavamo. Dopo nove anni dal referendum, il Parlamento era chiamato a dire un onesto sì o no. Tutto qui. Ma se nessuno ci risponderà, vorrà dire che in generale la politica non è una cosa seria». «Questa sospensiva non è un giudizio negativo su Sappada al Friuli – mette in chiaro Menorello - Si deve prima prendere in mano il dossier veneto, e solo poi si possono azzardare risposte a questioni singole».

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pubblicata il 09 novembre 2017

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