REFERENDUM 22 OTTOBRE: IL MIO APPELLO AL VOTO

20 ottobre 2017

“Il 22 ottobre 2017, per la prima volta nella storia della Repubblica, i cittadini di due regioni italiane saranno chiamati a decidere, attraverso un referendum consultivo, se desiderano una maggiore autonomia per la loro regione”: comincia con queste parole il dossier n. 187 predisposto questo mese dal Servizio studi del Senato dal titolo “Lombardia e Veneto: i primi referendum sul regionalismo differenziato”, che poche righe dopo ricorda anche che i diversi tentativi di pervenire ad un’autonomia differenziata sono tutti “sinora falliti”.  Vi ho ritrovato una conferma postuma della necessità - invocata dal titolo del mio libro - della ‘spallata’ democratica dei cittadini-elettori residenti in Veneto (e Lombardia) per vincolare politicamente le classi di governo regionale e nazionale a dare finalmente attuazione al regionalismo differenziato e al federalismo fiscale introdotti in Costituzione con la riforma del Titolo V del 2001. Per rendere questo Paese più moderno, competitivo, giusto. Credo anche che basti l’incipit di questo dossier per sgombrare il campo dalle critiche superficiali (e in qualche caso anche in malafede) di quanti in questa campagna referendaria hanno incitato gli elettori all’astensione. Invito tanto più ingiustificabile se proveniente da dirigenti e rappresentanti istituzionali dei partiti, concepiti dalla nostra Costituzione come strumenti della partecipazione dei cittadini, non dell’assenteismo civico, tanto più nel caso specifico di un istituto di democrazia diretta ammesso per la prima volta dalla Corte Costituzionale. Così pure è chiaro che non regge la tesi di chi, per sostenere che si poteva risparmiare il costo della consultazione, accampa la dichiarazione d’intenti firmata in zona Cesarini (rispetto al 22 ottobre) dal Presidente dell’Emilia- Romagna Bonaccini con il premier Gentiloni: una decina di righe per dire genericamente che si avvierà un percorso, che peraltro conferma che alcun negoziato è ancora iniziato. Un’iniziativa comunque positiva, che però non ci sarebbe stata senza l’indizione dei referendum di Veneto e Lombardia. Sorridendo potremmo dire che la nostra Regione potrebbe chiedere all’Emilia-Romagna un contributo alle spese per il referendum, utile anche agli amici della regione governata dal Pd.

Il referendum del 22 ottobre prossimo è quindi un’opportunità che non va sprecata, come ho spiegato in questo video per l’appello al voto del Comitato Veneto Vivo per il Sì all’Autonomia: https://www.facebook.com/simonetta.rubinato/videos/2423649560984871/Aiutaci a diffonderlo, nessuno deve perdere questa occasione: mai come oggi il voto è PER il futuro della comunità veneta, non per una forza politica o per un capo.  Anzi, il voto impegna la politica, tutta, alle sue responsabilità. Chi governa oggi il Veneto, ma anche chi lo governerà dopo le elezioni regionali del 2020 dovrà dimostrarsi all’altezza di un progetto di autogoverno responsabile e solidale, di riassetto ed ammodernamento delle istituzioni attraverso un negoziato impegnativo, di una visione ambiziosa che avvicini la nostra regione alle due speciali confinanti, ma anche a quelle europee che sono leader dello sviluppo e del cambiamento nella stessa Unione Europea.

 
Trovi il testo integrale del dossier del Senato a questo link: http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01045495.pdf 

pubblicata il 20 ottobre 2017

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