Polizia per il referendum: conto da 2 milioni - Il Giornale di Vicenza

19 ottobre 2017

Pagina 14, Cronaca

Hai voluto l'autonomia? Pagatela. In Regione il messaggio che è arrivato da Roma è stato interpretato come uno sgambetto e, tenuto conto del prezzo salato che è stato recapitato, 2 milioni di euro per pagare le forze dell'ordine che saranno in servizio domenica, non è stato preso affatto bene. Tuttavia il governatore del Veneto Luca Zaia para il colpo con serafica rassegnazione: «Accogliamo con un sorriso gandhiano e con una certa assuefazione ai colpi bassi l'ultima sorpresa proveniente da Roma e dal Governo nel tentativo disperato di ostacolare fino all'ultimo il referendum sull'autonomia del 22 ottobre». E quella che Zaia definisce «l'ultima sorpresa proveniente da Roma" è rappresentata dal conto che il governo chiede alla Regione di saldare per pagare il costo dell'ordine pubblico per il voto di domenica: poco più di 2 milioni di euro.Il PREZZO DELL' AUTONOMIA. «Una somma - puntualizza Zaia - che personalmente ritengo già lautamente ripagata dal gettito fiscale che ogni anno i veneti mandano a Roma e non ritorna sui territori». E in ogni caso, aggiunge, «sarebbe come se avessero presentato a Marco Pannella, maestro di democrazia diretta e di conquiste di diritti sociali, il conto per la forza pubblica per tutti i referendum che ha organizzato per dare la voce al popolo». Tuttavia questa è la cifra del bonifico che il Veneto dovrà far partire verso Roma. E Zaia prova a usarlo come trampolino: «Vorrà dire che i veneti avranno ancora un motivo in più per andare a votare». E aggiunge: «Se è questo è il segno della leale collaborazione fra istituzioni che ci è sempre stata garantita sui tavoli romani in più occasioni, siamo davvero alla frutta. Comunque noi accettiamo tutto, a questo punto, pur di garantire al popolo veneto la libertà di esprimersi in un leale esercizio di democrazia. Ho sempre detto che questo referendum era ed è nel solco della Costituzione, lo ha sancito anche la Corte Costituzionale». E il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti aggiunge: «Il governo si è coperto di ridicolo davanti all'opinione pubblica internazionale dimostrando non solo la paura per la nostra legittima consultazione, quanto la supponenza».PD IN ORDINE SPARSO. Dal Pd arrivano reazioni diverse. Se la deputata Simonetta Rubinato vede «nella richiesta di questi 2 milioni di euro un autogol per il governo», il consigliere regionale del suo stesso partito Graziano Azzalin imbocca la direzione contraria: «Non si capisce perché Roma ladrona - ironizza - debba contribuire a pagare la campagna elettorale della Lega? lI paragone con le battaglie dei Radicali è assolutamente fuorviante, visto che quelle erano consultazioni nazionali. Piuttosto mi auguro che Zaia avesse già messo in conto i due milioni richiesti dal ministero dell'Interno, altrimenti il sondaggio di domenica diventerebbe ancora più caro. E se non l'ha fatto ne dovrà rispondere. Troppo facile fare l'autonomista con i soldi degli altri». La pensa in maniera opposta Rubinato: «Questa richiesta alla Regione, a pochi giorni dal voto, rischia di apparire come una provocazione», visto che «i contribuenti veneti già partecipano con le loro tasse in abbondanza alla copertura di una competenza, quella dell'ordine pubblico, che è esclusiva statale».IL CONFRONTO. Ieri in serata la Regione diramava un'altra nota, nella quale il coordinatore delle attività per il referendum Maurizio Gasparin inoltrava una tabella comparativa: «L'intera gamma di attività svolte dalle prefetture del Veneto nel 2015 a supporto delle attività degli uffici regionali ammontava a 151.625 euro - scrive Gasparin - mentre ad oggi, per la gestione del referendum, per un numero di attività decisamente inferiori, la cifra è di 2.044.875 euro». A far salire il conto è l'inserimento dei costi dell'ordine pubblico che «mai erano stati contemplati e conteggiati in alcun accordo di programma con il Ministero dell'Interno». 

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pubblicata il 19 ottobre 2017

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