Camera approva mio ordine del giorno, accolto dal Governo, a sostegno di piccoli risparmiatori e imprese

13 luglio 2017

Assicurare il rimborso dei risparmiatori di cui sia stata carpita la buona fede per indurli all’acquisto di azioni e il cui diritto di recesso al momento della trasformazione delle due Banche in società per azioni sia stato limitato, con particolare attenzione a chi versa in condizioni di difficoltà; salvaguardare la stabilità del sistema produttivo veneto e la continuità delle linee di credito già concesse alle imprese, attraverso  meccanismi di co-garanzia attingendo al Fondo pubblico cosiddetto “Bersani” e al Fondo regionale di garanzia; attivarsi in tutte le sedi competenti, anche supportando sul piano organizzativo gli uffici giudiziari, affinché sia fatta chiarezza sulle responsabilità, ad ogni livello, di un sistema scellerato di gestione del credito, e siano recuperati i beni, mobili e immobili, appartenenti agli ex vertici aziendali per ristorare i creditori. Sono questi i tre impegni contenuti nell’ordine del giorno a prima firma Simonetta Rubinato, accolto dal Governo e approvato dalla Camera in sede di conversione del decreto legge sulla liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

“Dopo la decisione del Governo di blindare il testo e porre la fiducia – spiega la parlamentare democratica – ho trasformato gli emendamenti che avevo presentato per correggere il decreto in un ordine del giorno che impegna l'Esecutivo a trovare soluzione in successivi provvedimenti ad alcune questioni che rimangono aperte, come le richieste avanzate dalle associazioni che riuniscono i piccoli risparmiatori azionisti”. Una delegazione di alcune di esse è stata ricevuta tra l'altro proprio ieri alla Camera, in un incontro coordinato da Simonetta Rubinato, con il capogruppo Ettore Rosato, il relatore del provvedimento Giovanni Sanga e alcuni altri deputati veneti del Pd.

“Abbiamo condiviso che tempi e modalità con cui il Governo è arrivato a questo epilogo sollevano una serie di dubbi e domande. Ma il decreto ha permesso il 26 giugno scorso l'apertura degli sportelli e la continuità degli affidamenti alle imprese, evitando effetti traumatici per il sistema economico e sociale veneto dopo la dichiarazione del rischio di dissesto delle due popolari da parte della Vigilanza unica europea. Non ci sono dunque alternative alla sua conversione in legge per stabilizzare il sistema bancario veneto. Ma proprio per questo è doveroso dialogare con le associazioni per cercare gli strumenti che possano dare una risposta di giustizia alle legittime istanze di risparmiatori vittime della frode finanziaria applicata da un sistema illegale. Così come è urgente far partire al più presto i lavori della Commissione d’inchiesta, già approvata, per dare al Parlamento i poteri per far luce sulle cause delle crisi bancarie e sull’operato delle autorità che dovevano vigilare, vista la catastrofe finanziaria avvenuta”. 

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pubblicata il 13 luglio 2017

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