Emergenza migranti: porti italiani chiusi a navi ONG straniere?

02 luglio 2017

Si aggrava l’emergenza migranti. Il ministro dell’Interno Marco Minniti, in viaggio martedì scorso verso gli Stati Uniti, ha deciso di tornare a Roma alla notizia dell’arrivo sulle coste italiane di 22 navi con 12.000 migranti a bordo. E ha dichiarato: «Abbiamo dimostrato in questi mesi di affrontare seriamente il problema dei migranti. Ora esigiamo che l’Europa si occupi seriamente di noi». Per il governo italiano la misura è colma, tanto che ha sollecitato l’ambasciatore italiano a Bruxelles a chiedere l’intervento del commissario europeo per le migrazioni Avramopoulos. Questo il messaggio recapitato: l’Italia potrebbe essere costretta, per ragioni di sicurezza nazionale, a chiudere i suoi porti alle navi di organizzazioni non governative che battono bandiera diversa da quella del nostro Paese. L’iniziativa è giusta e opportuna perché la situazione non è più sostenibile. Secondo l’UNHCR, nel 2016 sono giunti sulle coste europee 363 mila migranti, di cui oltre 180 mila in Italia e oltre 170 mila in Grecia. Nell’anno in corso, al 12 giugno 2017 sono già sbarcati sulle coste meridionali europee oltre 75 mila migranti, di cui la stragrande maggioranza (oltre 65.000 sbarchi) ha interessato la rotta verso le coste italiane, cui vanno aggiunti i numeri impressionanti degli ultimi giorni: in 48 ore sono arrivate 25 navi di diversa nazionalità cariche di migliaia di migranti. Il salvataggio delle vite umane rimane una priorità, ma è impensabile che l’Italia faccia tutto da sola. E la motivazione di garantire la sicurezza nazionale, sollevata dal ministro Minniti, è fondata e valida anche sul piano del diritto internazionale. Mi auguro che le forze politiche italiane sostengano in modo compatto di fronte all’Unione Europea l’azione del Governo. E che a sua volta l’UE mantenga fede agli impegni presi al Consiglio Europeo del 23 giugno scorso, nel cui documento conclusivo riconosce che i flussi migratori nel Mediterraneo Centrale, e in particolare dalla Libia, sono una «sfida permanente». Non è più un’emergenza, ma un grave problema cronico per il continente, che investe tutti, e quindi non solo i paesi in prima fila, Italia su tutti. La Libia viene citata esplicitamente come il paese-chiave, e infatti l’impegno della Ue è ormai cresciuto molto, dall’operazione Sophia all’assistenza alla Guardia Costiera libica, che negli ultimi due mesi ha effettuato 8600 salvataggi, cui si sommano i 6mila rimpatri verso altri paesi africani effettuati dallo Iom. Certo, assistere il governo di Tripoli e aiutarlo ad una stabilizzazione è centrale per affrontare seriamente il tema migrazione.
Per approfondire puoi leggere gli articoli a questi due link:
http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2017-06-23/la-ue-i-flussi-migranti-libia-sono-sfida-permanente-non-un-emergenza--172620.shtml?uuid=AEOGTDlB; 
http://www.repubblica.it/politica/2017/06/29/news/minniti_il_limite_e_raggiunto_noi_non_ululiamo_alla_luna_l_europa_faccia_sul_serio_-169447275/.  


pubblicata il 02 luglio 2017

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