La Rubinato ai suoi “E' ora di capire i bisogni della gente” - Il Gazzettino

04 gennaio 2017

pagina IV, Primopiano

(P. Cal.) Il 2017 si presenta come l'anno della verità per i maggiori partiti trevigiani. La Lega si troverà di fronte a un test fondamentale come il referendum per l'autonomia. Il segretario Dimitri Coin sa bene che non è tanto il risultato, sostanzialmente scontata la vittoria del sì, quanto l'affluenza alle urne a contare veramente. Per Forza Italia invece il 2017 potrebbe essere l'anno della rinascita dopo essere praticamente sparita: i 18 comuni al voto rappresentano il banco di prova per capire il peso politico in un centrodestra ormai appiattito sul Carroccio. Infine il Pd. La deputata Simonetta Rubinato indica la via per risollevarsi: ritrovare il feeling perduto con il territorio e non perdere la sfida del referendum, appoggiando la richiesta di autonomia per «non far fare a Zaia un altro gol a porta vuota».

Onorevole Rubinato, partiamo dalla situazione interna del Pd trevigiano. Una fetta del partito chiede un cambiamento. Secondo lei è una richiesta giustificata o no?  «Di cambiamento il Partito democratico del Veneto ha bisogno come dell'ossigeno. Il punto è: cambiamento di che cosa e per che cosa? Sarebbe suicida pensare solo a cambiare gli organigrammi secondo le direttive del capocorrente di turno». C'è chi invoca di lasciare spazio, negli organi direttivi, ai giovani. «Un partito vivo deve fare spazio a chiunque, giovane o meno giovane, abbia passione, idee e competenze da mettere al servizio della comunità».Nell'impossibilità di fare i congressi, che obiettivi deve porsi il Pd trevigiano in questo 2017? «Credo che nel Pd Veneto, compreso quello trevigiano, sarebbe prioritario fare a tutti livelli, con umiltà, una riflessione seria sulla limitata capacità del nostro partito di farsi interprete dei bisogni, delle esigenze, delle inquietudini della società trevigiana».  Nei prossimi mesi ci sarà un'importante tornata di elezioni amministrative. Ci sono possibilità di fare bene? «Non saranno sfide facili. Il vento non è favorevole per chi è al governo nazionale in questo momento. L'unica strada possibile: essere capaci di dare voce e rappresentanza ai bisogni e alle speranze dei trevigiani con proposte e candidati credibili».  Si parla di referendum per l'autonomia: lei lo sostiene. Cosa risponde a chi l'accusa di allinearsi troppo alla politica di Zaia? «Chi mi accusa di fare il gioco di Zaia è la stessa dirigenza che ha deciso, pressoché all'unanimità, la strategia che ci ha portato alla più pesante sconfitta alle ultime regionali. Diciamo che io penso non sia il caso di far fare a Zaia, nella prossima consultazione referendaria, un altro gol a porta vuota. Sul tema dell'autonomia mi batto da tempi non sospetti: è frutto di un mio emendamento la norma della legge di stabilità 2014, evocata dal governatore nel marzo scorso nell'avvio del negoziato con il Governo per l'autonomia differenziata».Perché il Pd dovrebbe appoggiare questo referendum?«Perché dare la parola agli elettori è la base della democrazia. Ma si pensa davvero che lo Stato centrale, qualunque sia il colore politico, sia disposto a mettere in gioco gli equilibri nazionali se non costretto da una forte richiesta di volontà popolare?».

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pubblicata il 04 gennaio 2017

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