Alle celebrazioni dei 40 anni dalla nomina di Tina Anselmi a primo ministro donna

04 agosto 2016

Il 29 luglio di 40 anni fa, a Roma, veniva nominato il primo ministro donna della storia della Repubblica. Tina Anselmi, di Castelfranco Veneto, ricevette da Giulio Andreotti, presidente del Consiglio dei Ministri, la delega al Lavoro ed alla previdenza sociale ed oggi, 89enne, ha ricevuto l'omaggio della sua città in un convegno organizzato venerdì 29 luglio scorso dalle donne della Cisl del Veneto ed al quale ha presenziato, fra gli altri, la sorella Maria. Tina Anselmi, figlia di antifascisti, da ragazza entrò nella Resistenza operando da staffetta partigiana con il nome di "Gabriella" e si iscrisse alla Democrazia Cristiana nel 1944. Da sindacalista, prima con la Cgil e successivamente, dal 1950, con la Cisl, si è occupata dei lavoratori del tessile e della scuola, e nel 1959 entrò nel consiglio nazionale della Dc, di cui è stata deputata dal 1968 al 1992. Fra gli incarichi più in rilievo della sua carriera è stato ricordato in particolare la presidenza della commissione d'inchiesta parlamentare sulla loggia P2, dal 1981 al 1985 "per la sua statura morale - ha evidenziato l'ex sindaco di Castelfranco, Maria Gomierato - che ne faceva la figura istituzionale di maggiore garanzia, negli anni dell'omicidio di Aldo Moro e delle molte strategie destabilizzanti che mettevano a rischio la democrazia". A Tina Anselmi, nell'occasione del 40º anniversario della nomina a ministro, è stato dedicato un annullo filatelico. Fra gli intervenuti anche la coordinatrice nazionale delle donne della Cisl, Maria Trentin, la quale ha ricordato i primi impegni di Anselmi quando andava ad incontrare le "filandere con le mani lessate" dall'acqua per la lavorazione dei bachi da seta o i momenti in cui, da attivista Dc, esortava i colleghi di partito a valutare attentamente anche le idee di Palmiro Togliatti, segretario del Pci, "anche se non la pensava come noi". "Nessuna vittoria è irreversibile - ha aggiunto Trentin, citando Anselmi - e c'è sempre il rischio di perdere le libertà conquistate. Dovremo fare uno sforzo in più per ricordare il passato non per nostalgia ma per l'esistenza ancora molti diritti rispetto alle questioni di genere - ha concluso - che sono diritti scritti ma non ancora esigibili.

Intervenendo ho espresso il mio ringraziamento alle donne della Cisl che hanno organizzato l'incontro, in particolare all'amica Geltrude. Tina è stata una donna grande perché semplice e insieme rigorosa, prima ancora che rappresentante sindacale e figura politica di spessore. Ne ho sottolineato nel mio saluto ai presenti un pensiero che ritengo attuale oggi più che mai: "Siamo in un tempo carico di eventi e di energia che deve essere affrontato con speranza". Solo se animati da questo spirito e dalla consapevolezza della fatica fatta per conquistare diritti che a noi contemporanei appaiono scontati, potremmo affrontare le sfide culturali che oggi si presentano a noi con tanta dirompenza e drammaticità.

 


pubblicata il 04 agosto 2016

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