«Veneto, a settembre classi-pollaio» - Il Gazzettino

24 luglio 2016

Pagina 13, Attualità

In Veneto gli studenti aumentano, ma gli insegnanti diminuiscono. Tant’è che il prossimo settembre, quando riapriranno le scuole, ci saranno classi sovraffollate, al limite della sostenibilità. Con conseguenti proteste dei ragazzi, delle loro famiglie, dei sindaci. È lo scenario tracciato dal direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per il Veneto Daniela Beltrame e rilanciato, con una interrogazione al ministro dell’Istruzione, dalla deputata trevigiana Simonetta Rubinato. E che la situazione sia delicata lo dimostrano i numeri: in Veneto mancano almeno 3.013 posti. Per la precisione bisognerebbe coprire 468 posti riferiti alle cattedre complete da 18 ore e 2.380 ore residue, cioè quelle che servono alla copertura dell’orario scolastico quando mancano le cattedre. E l’aspetto singolare è che questa situazione riguarda solo il Veneto. «Il sistema scolastico del Veneto - denuncia la parlamentare del Pd, Rubinato - è il più penalizzato a livello nazionale dalla riforma Gelmini, che ha tagliato circa 8 miliardi di euro alla scuola e ha causato da noi un progressivo depauperamento dell’organico delle scuole pubbliche. A mancare all’appello oggi sono circa 3 mila insegnanti. Sul fronte regionale dal 2008, anno della riforma Gelmini, fino al 2015 nonostante si sia assistito ad un aumento di 29.770 alunni è risultata una netta diminuzione di posti per gli insegnanti: meno 4.221». Una situazione che ha portato l’Ufficio Scolastico regionale a scrivere al ministero e per conoscenza anche al sottosegretario delle Finanze Pier Paolo Baretta - che è veneto - facendo presente che per l’anno 2016/2017 l’organico di fatto, cioè quello necessario a garantire le esigenze generali di funzionamento del servizio scolastico, è di 48.540 posti. Ma al Veneto non sono previsti 48.530 insegnanti. Ne mancano più di 3mila. Non solo. Il rischio è che quando il ministero farà il riparto dei 31.000 posti di organico di fatto del personale docente tra i 18 Uffici scolastici regionali, vengano accolte le richieste di chi desidera lavorare vicino a casa, con la conseguenza - avverte Rubinato - che le Regioni che già hanno personale in abbondanza potrebbero trovarsi assegnati ancora nuovi posti, mentre il Veneto, che ha personale insufficiente, potrebbe trovarsi nella condizione di dover far ricorso a “rimedi anomali” per rispettare il contingente assegnato dell’organico di diritto. Cioè dare vita a "classi pollaio". Di qui l’interrogazione al ministro - firmata anche dai colleghi deputati Rotta, Sbrollini, D’Arienzo, Crivellari, Dal Moro, Casellato, Ginato, Zardini e Narduolo - di riequilibrare gli organici tra le varie Regioni tenendo conto non della disponibilità di insegnanti per ogni regione, ma del numero degli alunni e delle esigenze che il sistema scolastico ha in ogni regione.

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pubblicata il 24 luglio 2016

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